Giro di squillo da Cavarzere a Padova
L'arresto degli sfruttattori non sorprende molto, in tanti «sapevano»

Le bancanote sequestrate ai due sfruttatori dalla polizia di Padova
CAVARZERE.
«Vuoi fare la commessa a Padova? La paga non è altissima, ma ci sono gli extra...». La proposta non compare, ovviamente, su nessun annuncio di lavoro, ma il passaparola, a Cavarzere, c'era. Nulla di troppo dettagliato, in realtà. Poteva anche sembrare una cinica considerazione su quello che una grande città può offrire, nel bene e nel male. Sta di fatto che la notizia di una giovane cavarzerana, con un regolare lavoro di giorno, escort nel tempo libero, invischiata in un giro di prostituzione a Padova, non ha suscitato particolari sorprese. Al di là della curiosità, molti dicono «si sapeva». Nessuno che si sbilanci in prima persona, chiaramente, ma il quadro che emerge dai racconti, dal sentito dire e dalle intuizioni, è che nei comuni dell'hinterland padovano (e anche Cavarzere ci può rientrare) avvenisse una sorta di «reclutamento», con suggerimenti abilmente fatti passare tra le persone «giuste». Insomma: vieni a lavorare in città, conoscerai persone facoltose e altolocate e, se sei simpatica disponibile, puoi entrare nel «giro». A quel punto gli 850 euro che un'apprendista commessa intasca in un mese, o i 1200 che può prendere dopo qualche anno, diventano quisquilie. Si parla di centinaia di euro a serata, di regali costosi, di amicizie ed entrature promettenti. E tutto sotto la supervisione di un'organizzazione attenta e meticolosa. Certo si corre anche il rischio di essere scaricate dopo essere state sfruttate al massimo e, peggio ancora, quello di finire nella rete delle forze dell'ordine (come è accaduto alla ragazza la cui casa è stata perquisita nei giorni scorsi). Ma perché preoccuparsi? La cronaca di questi mesi insegna che anche questo può essere un modo per ottenere la fama. (d.deg.)
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