Gian Antonio, addio all’uomo delle macchine da cucire

SAN DONà. Si è spento a 85 anni Gian Antonio Scoizzato, titolare dell’ultima rivendita di macchine da cucire in città.

Il sue negozio in via XIII Martiri nel cuore della città era rivendita ufficiale del marchio “Necchi”, marchio che era diventato anche il suo soprannome tra gli amici.

Lascia la moglie Clemenza, i figli Nicoletta, Giorgio, Massimo e parenti a lui tanto legati. I funerali saranno celebrati giovedì alle 14,30 nella chiesa parrocchiale del San Giuseppe Lavoratore dove la salma arriverà dall’ospedale civile.

Il rosario sarà celebrato mercoledì alle 18. 30 nella stessa parrocchiale. I familiari hanno concordato che le eventuali offerte siano devolute al Santuario Maria Immacolata del Nevegal.

Gian Antonio resterà nella memoria della città come uno dei commercianti storici, appassionato di ciclismo e molto legato all’ex assessore e manager sportivo “Cochi” Boni cui era stata dedicata la gara ciclistica notturna.

“Necchi”, come lo chiamavano tutti in maniera affettuosa, era uno di quegli esercenti che avevano contribuito a costruire il robusto tessuto commerciale della città che aveva amato e vissuto con il lavoro quotidiano, le serate al bar assieme agli amici, le discussioni di sport, politica, vita vissuta.

L’ex vice sindaco di San Donà, Luigi Trevisiol, lo ricorda con nostalgia: «Lo conoscevo sin da quando ero bambino. Era il classico burbero buono, che poteva anche intimorirti, ma poi con un sorriso ti conquistava subito. Le macchine da cucire non avevano segreti per lui che non solo le sapeva vendere, ma anche aggiustare. Nel suo settore era un autentico professionista e oggi queste professioni stanno piano piano scomparendo assieme a questi commercianti che appartenevano ad un’altra era dal fascino irresistibile. Ora che non c’è più anche il suo negozio nella centrale via XIII Martiri ha chiuso, a testimonianza del profondo legame e della sua esperienza che era insostituibile».

«Mi ricordo che amava tanto le passeggiate in montagna», conclude commosso Trevisiol, «e non di rado accompagnava anche noi ragazzi con lui e la famiglia alla scoperta delle bellezze sui monti. Ci mancherà tantissimo anche perché con lui se ne va un pezzo di storia di questa città che anche grazie a figure come quella di “Necchi” è cresciuta nel corso dei decenni tanto da diventare commercialmente una delle città più vivaci del Veneto orientale». —

Giovanni Cagnassi

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