Gamba amputata a operaio salta l’accordo sulla pena

MARGHERA. Iniziato e subito rinviato, ieri, il processo davanti al giudice monocratico Rocco Valeggia per i due imputati, la responsabile dei servizi generali della Fincantieri di Marghera, Carola Morosini (mestrina di 44 anni), e l’operaio di Camponogara, Patrizio Nardo (49 anni). Cercano un accordo con il pubblico ministero Carlotta Franceschetti per patteggiare la pena, un accordo che ancora non è stato raggiunto: devono rispondere di aver provocato un incidente sul lavoro che ha causato l’amputazione della gamba sinistra dal ginocchio in giù al 26enne operaio albanese Dhimitr Zaka il 26 febbraio di cinque anni fa alla Fincantieri di Marghera.
Zaka era dipendente della ditta «LM Impianti srl». A schiacciare la gamba al giovane albanese, mentre camminava trasportando alcuni pacchi di elettrodi per alcuni chili, era stato un muletto condotto da Nardo, dipendente della Fincantieri. Secondo il pubblico ministero, l'operaio correva ad alta velocità e soprattutto sulla sinistra della strada e proprio per questo è finito davanti al giudice. Ma la documentazione raccolta dalla rappresentante della Procura avrebbe dimostrato che Nardo non avrebbe potuto essere alla guida del mezzo perché non era idoneo a farlo. Inoltre, alla Morosini viene contestato il fatto di non aver provveduto ad adottare soluzioni adeguate affinché i posti di lavoro e le vie di circolazione interna al grande cantiere di Marghera, dove in quel momento si stava costruendo una grande nave, fossero concepiti in modo tale che la circolazione dei pedoni e dei mezzi avvenisse in modo sicuro. In particolare, la zona dove era avvenuto l'incidente del 26 febbraio era sprovvista della segnalazione orizzontale, quella che doveva definire i percorsi dedicati ai pedoni e quelli dedicati ai veicoli, in modo da rendere la circolazione più sicura per tutti. Inizialmente l'unico indagato era stato Nardo, ma con il procedere degli accertamenti il pm Franceschetti aveva ritenuto di contestare il delitto di lesioni colpose anche alla dirigente. Il giovane albanese rimasto invalido ha già dato incarico agli avvocato Guido Simonetti e Simone Zancani di costituirsi parte civile.
Dopo i primi accertamenti, era finito sotto inchiesta, per concorso in lesioni, anche il medico dello stabilimento, il mestrino Giuseppe Bianco, ma la sua posizione, nel momento della richiesta di rinvio a giudizio per gli altri due imputati, è stata stralciata e probabilmente la rappresentante della Procura si avvia a chiedere l’archiviazione della sua posizione. Bianco, in qualità di medico, avrebbe dato il benestare perché Nardo potesse condurre i muletti, ma, secondo l’accusa, non ne sarebbe stato idoneo. Il professionista ha consegnato alla rappresentante dell’accusa carte e documenti che lo avrebbero scagionato, convincendo il pm a non mandarlo a giudizio assieme a Nardo e Morosini.
Ieri, il giudice monocratico ha rinviato l’udienza al prossimo 1 luglio. Nel frattempo le parti dovrebbero raggiungere un accordo sulla pena.
Giorgio Cecchetti
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