«Galatolo pericoloso fa parte della Cupola»

Per i magistrati della Procura di Palermo non solo è un affiliato alla mafia, non solo è capo della famiglia Acquasanta, ma è anche capo del mandamento di Resuttana e, come tale, uno degli otto capi di mandamento a sedere nella “Cupola” ai vertici della Mafia.
Lo hanno ribadito i pubblici ministeri palermitani nel corso dell’udienza del Tribunale del riesame, al quale si è appellato Vito Galatolo, pregiudicato al confino a Mestre su disposizione della magistratura siciliana. Galatolo è stato arrestato nelle scorse settimane, accusato di essere ancora in piena attività: nel corso dell’udienza davanti ai giudici del riesame di Palermo, la magistratura ha tirato fuori le sue carte, portando intercettazioni che porrebbero Galatolo ai vertici dell’organizzazione criminale. L’uomo è residente a Mestre e abita in via San Pio X con la famiglia: lavorava come operaio presso la società «Gran Canal» del Tronchetto, che gestisce oltre una decina di lancioni granturismo per il trasporto in laguna dei turisti. La titolare è formalmente la figlia di Otello Novello.
Galatolo vuole uscire dal carcere e così nei giorni scorsi - difeso dall’avvocato Mauro Serpico - ha presentato istanza al Tribunale della Libertà, sostenendo che a suo carico non vi siano i “gravi indizi” che giustificano la detenzione. La Procura palermitana ha risposto con intercettazioni che confermerebbero il ruolo dell’uomo come capomandamento. La sua specialità, quella di riciclare i soldi “neri” attraverso un giro di scommesse Snai e il controllo di una rete di slot machine. Scarcerato dal Tribunale di sorveglianza nel settembre 2012 dopo 16 anni di carcere, era stato riarrestato ad aprile 2013, ma l’ordinanza era stata annullata e quindi reiterata per “concorrenza sleale”. Per oggi la decisione dei giudici.(r.d.r.)
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