Gaggio si difende e accusa «Incastrato da Pozzobon»

di Giorgio Cecchetti
Un interrogatorio di poco meno di un’ora, ieri, per Giorgio Gaggio, che per la prima volta ha risposto alle domande del pubblico ministero Stefano Buccini sull’omicidio di Valerio Bari. Difeso dall’avvocato Aldo Pardo, Gaggio ha decisamente negato, non solo: ha addirittura accusato l’amico Paolo Pozzobon di averlo «incastrato», piazzando accanto al cadavere del pensionato ucciso e rapinato la cicca di una sigaretta fumata da lui e un pezzo di nastro adesivo portato via da casa sua. Pozzobon avrebbe raccolto la cicca e il nastro a casa di Gaggio la sera prima, quando era stato da lui invitato a cena.
Gaggio non l’avrebbe detto esplicitamente, ma in sostanza avrebbe sostenuto che a uccidere Bari sarebbe stato l’amico per rubargli orologio, catena e anello d’oro per poi lasciare accanto al cadavere le prove affinché gli investigatori arrivassero a Gaggio stesso.
Vista la brevità dell’interrogatorio, il rappresentante della Procura che coordina le indagini dei carabinieri, non avrebbe sollevato alcuna contestazione, ritenendo evidentemente improbabile la ricostruzione difensiva fornita da Gaggio. Per il quale Pozzobon avrebbe addirittura ideato l’omicidio alcuni giorni prima e avrebbe fatto scattare il piano predisposto la sera prima dell’assassinio, trafugando in casa sua cicca e nastro adesivo. A Gaggio gli investigatori del Reparto operativo dell’Arma, infatti, sono arrivati proprio grazie al dna estratto da quella sigaretta mezza fumata e dal nastro, poi utilizzato per legare le mani a Bari, presumibilmente strappato con la bocca.
Ma Gaggio ne avrebbe raccontata un’altra, in modo da anticipare ulteriori possibili prove a suo carico. Due giorni fa, il pubblico ministero Buccini ha chiesto al medico legale Luciana Caenazzo di trovare possibili tracce biologiche appartenenti a Bari all’interno delle auto dei due indagati, una Opel e una Fiat Marea. Il sospetto è che i due, dopo averlo legato e ucciso, lo abbiano trasportato sul ciglio della strada di Favaro dove il cadavere è stato ritrovato con una delle loro macchine. Nell’evidente timore che nella sua auto possano essere rintracciati capelli, saliva o sangue di Bari –grazie all’esame del dna– Gaggio ieri ha raccontato al pm di aver dato un passaggio con la sua Fiat al pensionato proprio il giorno precedente il suo omicidio.
Pozzobon, difeso dall’avvocato Giorgio Pietramala, era stato interrogato in precedenza e aveva ammesso di aver venduto gli oggetti in oro rapinati a Bari, ma aveva sostenuto di averli ricevuti da Gaggio senza sapere da dove provenissero. E ha fornito un alibi: il titolare di un bar sul Terraglio dove avrebbe fatto colazione, fermandosi a legger il giornale, proprio nell’ora in cui il pensionato venne ucciso.
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