Funerali Bernardi, il messaggio del Patriarca: "La disperazione non può essere l'ultima parola nella vita di un uomo"

DESE. Una chiesa affollata all'inverosimile, quella della parrocchia della Natività di Maria a Dese per l'ultimo saluto a Maurizio Bernardi, 64, l'imprenditore che si è tolto la vita lunedì scorso nella sua azienda di autoricambi, a Mestre. Attorno alle moglie Antonia e alle figlie Lucia e Giorgia si è stretta tutta la comunità di Dese, frazione alle porte di Mestre, ma anche tanti amici e conoscenti di Bernardi, uomo generoso che si preoccupava per la sua famiglia, per le figlie, ma anche per i suoi dipendenti che non voleva lasciare senza lavoro. Tutti si sono stretti in chiesa per l'ultimo saluto all'ennesimo imprenditore che davanti alle difficoltà finanziarie sceglie la via del suicidio.

"Dobbiamo tutti alzare la testa e provare indignazione davanti a questo massacro. La vita è più importante di tutto, più importante del dio Denaro. Un atto dovuto nei confronti di Maurizio e di quanti se ne vanno dalla porta di servizio", ha detto nella sua omelia don Enrico Torta che sta preparando una nuova assemblea con le associazioni che si occupano di tanti imprenditori in difficoltà, come la Confedercontribuenti Veneto, per il 18 febbraio. E invita tutti "a fare rete, ad unirsi contro una società che per poche centinaia di euro buttano le persone in strada, e facendolo, buttano in strada Cristo".

Don Torta ha anche letto un messaggio alla famiglia Bernardi inviato dal patriarca Moraglia: "Dobbiamo dire alla nostra gente, con tutta la forza e la tenerezza di cui siamo capaci, che la disperazione non può essere l’ultima parola nella vita di un uomo e di una donna e che a tutto, in una visione secondo il Vangelo, c’è rimedio anche se non si scorge la luce al fondo del tunnel; noi, infatti, siamo il dono più grande di cui i nostri cari hanno bisogno".
Le figlie di Bernardi lo hanno ricordato con una lettera: "Lui era una di quelle persone disposte a tutto per vedere gli altri felici, anche se lui era il primo a non esserlo".
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