Fulvio, l’edicolante comico che con un video sul web regala un sorriso ai clienti

LA STORIA
Fulvio Silvestri, edicolante dell’Accademia, con i suoi video comici diventati virali, ha regalato un po’ di leggerezza ai veneziani, durante il triste periodo del lockdown. Per due mesi ha pubblicato quasi uno sketch al giorno sulla pagina Facebook di Leoluca Urlando - questo il suo pseudonimo artistico - creando intorno a sé una comunità virtuale. I suoi clip sono presenti anche su YouTube. Rappresenta la terza generazione di Silvestri alla guida dell’edicola che fu acquisita da sua nonno nel 1925. Uno dei suoi fratelli è Valerio “Voleno” Silvestri, conosciuto per essere stato il trombettista dei Pitura Freska.
Come è nata la sua serie?
«Ho cominciato con un video in cui non mi si vedeva ma si sentiva uno che gridava: “Taxi! Taxi!”. Sembrava che qualcuno stesse chiamando un taxi, ma poi la voce fuori campo dice: Ma dove sé andà quel can? e si capisce che Taxi è il nome del cane».
Poi, sono arrivati i surreali personaggi dei clienti.
«Sì, c’è il maleducato, l’arruffone, il casinista, l’egocentrico, la signora inglese e il tedesco. In parte sono ispirati da clienti reali ma molte idee sono di fantasia».
Qualcuno si è riconosciuto in un personaggio?
«No. Alcuni però dicono: “Spero di essere stato sempre gentile con lei” forse temono di aver ispirato il personaggio del maleducato che butta i soldi, prende il giornale e se ne va senza salutare».
Gli sketch sono preparati o improvvisati?
«Ho una traccia, su cui costruisco una scenetta improvvisando al momento».
I fan come commentano? «Una signora ha scritto: “Ritmi comici perfetti”. La ringrazio ma credo che sia un talento inutile, visto che vendo giornali. Un altro mi ha paragonato gli attori della commedia dell’arte. Un detrattore, invece, ha chiosato: “Non mi fa ridere” ma non mi sono offeso, anzi, l’ho ringraziato per il parere».
Con i suoi video ci racconta qualcosa della Venezia d’oggi?
«Venezia c’è sicuramente però credo che il mio sia un umorismo universale che possa arrivare anche ai non veneziani. Forse per questo ho ricevuto molti like dall’estero».
La gente chiusa in casa vedeva lei come una sentinella in una Venezia deserta.
«Sono tutti frutti dolci di questo periodo incredibile. Il lavoro mi ha aiutato molto a passare al meglio la quarantena, sono stato un privilegiato».
I video hanno regalato leggerezza in un momento difficile ma hanno aiutato anche lei?
«È stato quasi come andare dall’analista, hanno tirato fuori una parte di me che non conoscevo perché mi sono sempre considerato un timido».
Aveva già avuto esperienze artistiche?
«Come tanti ho avuto i gruppi musicali da ragazzo, poi ho fatto il conservatorio e mi sono diplomato in tromba. A modo mio faccio un po’ di pubblicità alle edicole. Se riuscissi a far comprare il quotidiano a qualche ragazzo non sarebbe male, visto che i giovani leggono poco».
Quali sono i personaggi più amati dai suoi fan?
«Il padrone del cane Taxi, la signora inglese che storpia le parole in italiano, il paranoico e quello che con la mascherina canta: “DiZaaia” con la musica di “Desire” degli U2. È stato apprezzato anche quello che compra Sole 24 Ore e che come supplemento ha trovato una bottiglia di vino. D’altronde bisogna tener su gli investitori che in questa fase sono rimasti in braghe di tela».
Lei ha anche la passione degli scacchi, è vero?
«L’edicola una volta era conosciuta come punto di ritrovo di giocatori di scacchi».
Michele Bugliari
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