Forte Marghera urbanizzato a settembre la prima gara

Autorizzazione paesaggistica per recuperare le due casermette francesi Insula prepara il bando per sottoservizi, illuminazione pubblica e nuovi vialetti



A luglio è arrivata l’ autorizzazione paesaggistica dalla Soprintendenza per il primo stralcio di messa in sicurezza delle casermette francesi di Forte Marghera, due degli edifici di maggior pregio del campo trincerato a forma di stella.

Le due casermette napoleoniche, costruite tra il 1809 e 1811, si affacciano sulla baia del forte e Insula, assieme al Comune di Venezia (settore Lavori pubblici) sta predisponendo il progetto preliminare e definitivo generale di recupero che entro l’anno sarà portato all’approvazione della giunta comunale. Nel frattempo a settembre Insula predisporrà la gara d’appalto per i lavori di urbanizzazione, valore 5 milioni di euro. Acqua, luce, gas, allacciamenti fognari, sistemazione del verde e dei vialetti pedonali oltre alla posa di nuovi lampioni ad illuminare la passeggiata dentro il forte.

Il via ai cantieri è messo in conto da novembre, approfittando della stagione invernale quando le attività e gli spettacoli dentro al forte Marghera si riducono drasticamente. Nell’ambito del progetto di recupero delle casermette francesi è prevista, invece, anche la demolizione di un piccolo annesso alle due strutture. Gli edifici storici si trovano in un avanzato stato di degrado, con la copertura in coppi ricoperta da vegetazione infestante. Una copertura, probabilmente aggiunta in un secondo momento a coprire la originaria copertura a terrazza che si vorrebbe recuperare dopo una idonea impermeabilizzazione. Le strutture interne dei solai lignei non esistono più visto che in vari punti sono crollate e anche qui sono completamente assenti gli impianti di smaltimento delle acque ed i serramenti, con una pavimentazione in terra battuta.

Comune e Fondazione Forte Marghera hanno cercato invano finanziamenti liberali, attraverso l’istituto dell’Art bonus. Il restauro completo, costo 8 milioni e 345 mila euro rimane senza un euro di contributi. Il cantiere da 5 milioni di euro è il primo, concreto, intervento di riconversione del Forte a Polo di produzione e promozione culturale. Si parte dalla urbanizzazione dell’area con i sottoservizi e gli allacciamenti, finora mancanti. Ovvero: una rete fognaria locale di raccolta e convogliamento delle acque reflue prodotte dalle attività insediate nel compendio; una rete fognaria locale di raccolta, convogliamento e scarico delle acque meteoriche; una rete locale di adduzione e distribuzione idrica d’acqua potabile; un sistema di pozzetti e cavidotti interrati a disposizione della futura rete locale di distribuzione dell’energia elettrica; pozzetti e cavidotti interrati per la rete di distribuzione e trasmissione dati (vedi wifi pubblica); un impianto d’illuminazione degli spazi esterni comprensivo delle linee interrate di distribuzione e la manutenzione straordinaria dei percorsi interni, i viali dove migliaia di persone ogni anno passeggiano e trascorrono parte del tempo libero. L’investimento trova copertura nei 7 milioni del Ministero dei Beni culturali assicurati dal Patto per la città, firmato da Comune e governo Renzi. Soldi certi per Ca’ Farsetti. Non si può dire lo stesso, purtroppo, per il milione e mezzo destinato agli altri forti del campo trincerato di Mestre, tagliati dal governo Lega-M5S con lo slittamento del Bando Periferie. —



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