Forno crematorio a pieno regime
Spinea. Cresciuta la richiesta, consegne rispettate

Bare nel forno crematorio
SPINEA.
Tutti in coda al crematorio. A Spinea, unica ara crematoria della terraferma assieme a quella di Marghera, l'aumento del ricorso a questa pratica per l'addio al caro estinto si vede tutta e rispecchia perfettamente il trend nazionale che parla di una crescita delle cremazioni del 12 per cento in un anno. L'impianto di via Matteotti, che nel 2006 è stato riadattato con modernissimi sistemi di abbattimento dei fumi, copre gran parte delle richieste di cremazione in Veneto e non solo. A gestirlo è per il 50 per cento Veritas, per il rimanente 50 per cento la Elios Srl, socio privato. Qui nel 2009 le cremazioni sono state ben 2.375, il più alto dato di sempre, il 3,3 per cento di quelle totali in Italia. L'anno prima erano state 1.872, cioè 503 in meno e nel 2007 «solo» 1.682. Un trend in costante crescita dunque. «Per il 2010 - spiega il direttore dell'impianto Giovanni Colcera - non abbiamo ancora i dati disponibili, ma si parla certamente di un ulteriore aumento rispetto all'anno precedente». A conti fatti e mantenendo questi regimi di crescita, nel giro di 5 anni le cremazioni potrebbero risultare quasi raddoppiate e forse creare qualche problema di sovraffollamento. In realtà, a differenza di altri impianti sparsi nel Nord Italia, il forno di Spinea non è ancora entrato in sofferenza: «Riusciamo a garantire la consegna delle ceneri nelle 24 ore - spiega Colcera - come è sempre stato fatto». Anche se questo significa già oggi lavorare a pieno regime: a Spinea la Elios, con 7 dipendenti al lavoro, riesce a garantire la cremazione anche di sei, sette salme al giorno. I motivi di questo trend sono diversi: «C'è senz'altro una questione di carenza di loculi nei cimiteri e spesso anche di costi dei canoni cimiteriali - afferma Colcera - ma a incidere è senz'altro anche un cambiamento di mentalità e di cultura: da una trentina d'anni anche la Chiesa guarda di buon occhio la cremazione delle salme, quando invece un tempo era una pratica riservata quasi esclusivamente ad atei e massoni». Cremare insomma costa meno, ma soprattutto la pratica è stata sdoganata anche del nuovo rito ecclesiastico. (f.d.g.)
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