«Fincantieri qui non vuole investire»

Fincantieri spa ha commesse di lavoro assicurate, nei suoi 8 siti produttivi italiani, per la costruzione di navi da crociera, fino al 2022 per un totale che va ben oltre i 20 miliardi di euro di entrate assicurate.
E dopo le alleanze strette nel promettente mercato cinese della crocieristica e l’acquisizione dei grandi cantieri navali della francese Stx, è diventare ancora più forte nel mercato mondiale nel quale da anni è leader indiscusso. Anche in borsa, malgrado i fisiologici sali e scendi delle quotazioni, le sue azioni valgono più del doppio del prezzo di emissione.
Uno scenario decisamente positivo, dopo gli anni del ricorso massiccio alla cassa integrazione per scarsità di commesse di lavoro, che però non tranquillizza per niente i sindacati dei lavoratori, a cominciare da quelli veneziani.
«Sul futuro dei cantieri veneziani è ancora buio, l’unico dato certa è il ricorso sempre più consistente del lavoro in appalto e subappalto e le sempre più dure condizioni di lavoro nei ridotti spazi esistenti nel sito di Porto Marghera» dice il segretario generale della Fiom-Cgil di Venezia, Antonio Silvestri «A tutt’oggi, infatti, i vertici di Fincantieri che, lo ricordo a tutti, è ancora un’azienda controllata ampiamente dallo Stato italiano, anche dopo la quotazione in borsa, non ha annunciato nessun investimento a Porto Marghera, nemmeno in occasione del bando appena aperto per progetti di riconversione e riqualificazione, grazie al decreto che ha riconosciuto lo status di Area di crisi complessa al Comune di Venezia, che può contare su mutui agevolati e finanziamenti a fondo perduto del ministero dello Sviluppo».
«Quello che stiamo vedendo a Venezia» continua il segretario della Fiom «sono segnali che vanno in senso contrario a quello che noi, e la stessa Fincantieri fino a pochi anni fa, abbiamo sempre auspicato, ovvero l’ampliamento dell’area dei cantieri veneziani sul bacino del canale Nord e un minor ricorso alla terziarizzazione del lavorazioni attraverso gli appalti con la valorizzazione delle professionalità interne».
A preoccupare ancor più i rappresentanti sindacali dei mille dipendenti diretti di Fincantieri e altri 3 mila e più delle imprese d’appalto sono» come sottolinea Antonio Silvestri «la decisione di Fincantieri di ricorrere legalmente contro l’Immobiliare del comune di Venezia (Ive) per un’area quasi confinante di 8 ettari dell’ex Agrimont Complessi che sembra non interessarle più».
«Di investimenti per potenziare i cantieri di Porto Marghera, Fincantieri continua a non parlare» conclude Silvestri «in compenso sentiamo parlare da altri, istituzioni comprese, di progetti che hanno ben poco di industriale, come la realizzazione di una nuova stazione marittima, sul canale Nord in Prima zona industriale, proprio a ridosso dell’area Fincantieri che vanno in senso opposto. Senza parlare dei progetti del sindaco Brugnaro sull’area limitrofa dei Pili, anche questi tutt’altro che conformi al vincolo industriale previsto dal piano regolatore urbanistico».
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