Festa per “Cartiera clandestina” che ha aperto in via Premuda

l’apertura
Festa di inaugurazione il 30 settembre con amici, curiosi, e anche il passaggio di politici locali, come il consigliere comunale Formenti. Una piccola festa di inaugurazione per un trasloco che ha obiettivi chiarissimi.
L’artista Marco Brunello ha scelto il quartiere Piave, e via Premuda, nel negozio che aveva già ospitato due giovani sarte, per contribuire fattivamente ad un progetto di rivitalizzazione commerciale di un quartiere, bello, quale è via Piave, la strada che porta in stazione. «Ho voluto venire qui perché questo tratto di via Piave è molto bello e occorre impegnarsi per risolvere il problema dei negozi sfitti. Anche la proprietà dell’immobile che mi ha concesso l’affitto concorda con questa visione», ci racconta il titolare della Cartiera Clandestina, che ha lasciato la zona del parco Albanese per via Piave. Visti da qui i problemi quotidiani di microcrimunalità e spaccio paiono lontani. «Quest’area non credo abbia seri problemi di sicurezza», ci racconta, «vive la stessa situazione di tutte le zone vicine alle stazioni ferroviaria ma io non ho timore e anzi sono convinto che sul tema della sicurezza molto fanno anche le vetrine accese dei negozi che non chiudono. Anzi, qui vedo che la gente vive molto questo quartiere ed è assolutamente positivo».
Il quarantesettenne, artista e scenografo, con la sua Cartiera Clandestina è aperto il pomeriggio: qui crea stampe d’arte, ha una tipografia a caratteri mobili, propone pezzi d’arte su legno e linoleum e non solo sulla carta d’artista. Ufficialmente ha aperto i battenti dal primo settembre e a fine mese ha organizzato l’inaugurazione con amici, sostenitori, clienti ma anche curiosi. Tra manifesti provocatori, fogli per calligrafi e artisti e macchinari per fare la carta, si può ascoltare chi si è innamorato della carta e non l’ha più abbandonata, facendone una passione e una professione. Via Piave, con la sua natura multietnica e oggi con il via vai anche dei trolley dei turisti, diventa sede di un artigiano della carta e dell’arte che spera di non rimanere solo e di vedere tanti altri, artisti e non, popolare il quartiere per farlo vivere. Meglio. —
M.Ch.
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