Ferie, ritorno con tampone in due giorni 2.156 controlli

Gran lavoro per gli ambulatori dell’Usl 3, un punto controllo anche all’Angelo I reduci dalla Croazia: «Perché siamo andati lì? Costa meno e non c’era pericolo»
Ulss 3 Serenissima - Tamponi ai turisti di rientro dalle zone Rosse estere Mestre, 16/08/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Ulss 3 Serenissima - Tamponi ai turisti di rientro dalle zone Rosse estere Mestre, 16/08/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

Simone Bianchi / MESTRE

Nel weekend di Ferragosto sono stati eseguiti 2.156 tamponi ai turisti di rientro da Spagna, Croazia, Malta e Grecia.

Tra le 7 e le 13 di ieri, in tutta la Usl 3 Serenissima se ne sono contati 841: di cui 453 suddivisi nelle sedi di Mestre (127), Noale (143), Dolo (120), Chioggia (33) e Venezia (30), ai quali vanno aggiunti i 388 fatti in mattinata solo all’aeroporto Marco Polo di Tessera.

Uno sforzo notevole, quello messo in campo dall'Usl 3, in un periodo oltretutto particolarmente delicato qual è Ferragosto, tanto che ieri è stato aperto un punto di controllo anche all'Ospedale dell'Angelo. In mattinata a decine si sono presentati nelle varie sedi già alle 7, ma a supporto del personale medico, all'esterno, ha lavorato pure la Protezione civile, allestendo tende per garantire l'ombra a chi era in coda, e distribuendo bottigliette di acqua. I carabinieri hanno garantito sorveglianza per il rispetto delle misure di sicurezza, ma non c'è stato alcun problema.

Le persone hanno atteso in coda con pazienza, e l'unico fastidio è stato l'atto del tampone che, per ovvi motivi, per qualcuno è stato un po’ doloroso. Al Distretto sanitario di Favaro la maggior parte delle persone proveniva da vacanze trascorse in Croazia.

«Sono rientrato sabato sera alle 22, e abbiamo saputo via email della procedura da fare», spiega il mestrino Walter Piovesan, «prima di partire avevamo messo nel conto le due possibili settimane di quarantena, ma abbiamo scelto quella meta essendo più economica». Vlad Sturz, cittadino moldavo che risiede a Oriago, aggiunge: «Seguiamo Zaia su Facebook e così abbiamo saputo cosa fare al rientro. Non ce lo aspettavamo, ma pazienza». Dall'Istria è tornato anche il mestrino Marco: «Sabato siamo arrivati al distretto alle 13.02 e non siamo potuti entrare, e ci abbiamo riprovato. All'estero sono tutti tranquilli, forse pure troppo. A parte complottismi vari, noi usavamo la mascherina e ci fermavano per sapere se eravamo malati». Edoardo Cavestro era invece a Rovigno fino alla scorsa settimana: «Ho saputo che era retroattiva la cosa e sono venuto a fare il tampone pur essendo rientrato già da nove giorni. Lì le discoteche erano chiuse, non c'erano assembramenti. Il servizio qui a Favaro ha funzionato bene, forse serviva solo un po’ più di privacy».

Daniele Rampa è tornato sabato sera da oltre Adriatico: «La mia è stata una gita di pesca e non c’era la sensazione di presenza del virus. Mi sono messo qui in coda alle 7.10 e... fine». «Abbiamo scelto la Croazia perché cinque volte più economica delle località adriatiche di casa nostra», sottolineano invece Christina Federico e Salvatore Mongiovì di Marcon, «fare il tampone lo trovo giusto, se la legge è questa, lo si fa». Anche Maurizio Callegaro e Antonia Silvestri hanno scelto le coste croate, partendo da Marghera: «Siamo un po’ in apprensione, perché adesso ci vorranno due giorni per sapere l'esito dei tamponi, anche se troviamo assurdo che li facciano a quelli che tornano dall'estero e non a chi è a Jesolo, con tutti i contagi che ci sono stati. A saperlo prima, non saremmo comunque partiti». Dalla Spagna è invece rientrata Maria Rosa Gorchs, spagnola che vive a Mestre da tempo: «Ero a Barcellona, sono tornata venerdì. Ho scoperto di dover fare il tampone guardando la televisione. Forse avrebbero dovuto organizzare meglio le cose per intercettare subito le persone in aeroporto, ma comunque ho trovato ottima assistenza nel distretto sanitario». —

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