Febbre del Nilo, un caso a Portogruaro

In ospedale una donna di 64 anni che sta reagendo bene alla profilassi
L’ospedale di Portogruaro dove è ricoverata la donna colpita del virus «West Nile» La certezza è arrivata dai test fatti a Padova
L’ospedale di Portogruaro dove è ricoverata la donna colpita del virus «West Nile» La certezza è arrivata dai test fatti a Padova
PORTOGRUARO. Tre casi di febbre del Nilo (West Nile virus) sono stati accertati in Veneto. Una donna di 64 anni di Portogruaro, un 84enne e una 90enne trevigiani. Allarme della Fidas, associazione di donatori del sangue: «Chi ha soggiornato anche solo una notte in provincia non potrà donare per 28 giorni», il tempo di incubazione della malattia. I tre casi - accertati dal professor Giorgio Palù, direttore del Centro di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova - sono già stati segnalati all'Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control). La zanzara che trasmette il virus West Nile (dall'area dell'Africa da cui proviene) ormai da noi è piuttosto consolidata. «Qui da noi circola dal 2008 - ricorda il professor Palù - E' stata isolata nel 2009 da un donatore di sangue. Nella maggioranza dei casi non ha alcuna conseguenza. Soltanto nell'un per cento dei pazienti dà luogo a una grave forma di meningoencefalite». Le persone più a rischio sono quelle con difese immunitarie debolissime: trapiantati, anziani con problemi cronici. Nella quasi totalità dei casi la puntura dell'insetto non procura se non il solito fastidio e i classici sintomi di una sindrome simil-influenzale: raffreddore, febbricola. Allarme Fidas. La Fidas (Federazione italiana associazioni donatori di sangue) ha scritto ieri nel proprio sito Internet che i donatori che abbiano soggiornato a Treviso o Venezia anche solo per una notte dovranno astenersi dal donare il sangue per 28 giorni. La misura è una conseguenza delle indicazioni fornite dal Centro nazionale sangue. Il periodo di incubazione varia da un giorno a 4 settimane. Di qui lo stop cautelare alle donazioni per 28 giorni. I controlli. In realtà questo è vero solo per Treviso. «Venezia, con Rovigo e Vicenza, era già area incriminata» spiega Giorgio Marchiori, direttore del Sit dell'Asl 12 e del Dipartimento trasfusionale delle 4 Asl provinciali. Questo significa che, in conseguenza di altri casi di malattia neuroinvasiva da West Nile già accertata, Venezia era già sotto particolare osservazione. «I nostri donatori possono continuare a donare regolarmente - spiega Marchiori - Dal 15 luglio noi controlliamo tutte le sacche di sangue». Una misura di sicurezza che, tra l'altro, comporta anche un costo piuttosto ingente per le casse dell'azienda sanitaria. I pazienti. La paziente protogruarese non desta particolari preoccupazioni (vedi sotto). Sotto controllo anche l'84enne trevigiano: si trova in area medica e sta migliorando progressivamente. Più preoccupanti le condizioni di una novantenne, ricoverata in Rianimazione al Ca' Foncello. Si tratta di pazienti che versavano già in stato di salute critica e l'infezione da virus West Nile ha peggiorato il loro quadro complessivo.

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