«Fate chiarezza sui prodotti che vengono sparsi nei campi»

Il comitato Opzione Zero lancia l’allarme dopo le segnalazione dei residenti di Giare e Dogaletto Sotto la lente l’azienda Sant’Ilario, ma tutto fa capo alla famiglia di Angelo Mandato, patròn di Sesa, la società che tratta anche rifiuti provenienti da Roma e Napoli
Concimazione nei campi con digestato e a destra Angelo Mandato
Concimazione nei campi con digestato e a destra Angelo Mandato

MIRA. «Sia fatta chiarezza con analisi specifiche sui compost che finiscono nei terreni a Giare di Mira. Vogliamo capire se tutte le sostanze sono a norma o invece no». A fare questa richiesta chiedendo l’intervento del Comune e delle forze dell’ordine e Arpav è Mattia Donadel, presidente del comitato Opzione Zero, dopo le segnalazioni dei residenti nell’area sud del territorio mirese.

Donadel ripercorre la vicenda legata all’uso di questi terreni agricoli: «Dopo che è saltato il progetto di Polo Logistico, grazie alla lotta dei comitati e allo stop della giunta a 5 Stelle, circa 460 ettari nell’area tra Giare e Dogaletto sono ora gestiti dall’azienda agricola Sant’Ilario». Questa società è costituita da altre tre società che sono Agrilux, Bioman, e Villette spa.

«Tutte queste società in realtà», spiega Mattia Donadel, «fanno parte del gruppo Finam, la holding di proprietà della famiglia di Angelo Mandato, noto manager nel campo di rifiuti e biomasse. Il nesso tra società di rifiuti e società agricole, si spiega in vari modi. Bioman detiene quasi la metà delle quote della società Sesa che per il 51 percento è invece di proprietà del Comune di Este. La Sesa ha proprio a Este un grande impianto di trattamento del rifiuto umido che arriva da tutto il bacino veneziano e padovano, ma che accoglie anche il rifiuto proveniente da Napoli e da Roma».

Una parte dello stabilimento Sesa a Este
Una parte dello stabilimento Sesa a Este


Qui la frazione umida viene spremuta, il liquido ottenuto va in un impianto e sottoposto a fermentazione per produrre biogas, per produrre energia. Il liquame che resta, che si chiama digestato, fino a qualche anno fa considerato rifiuto speciale, ora, grazie a un decreto ministeriale si può spargere nei campi come concime.

«I comitati della zona di Giare e Gambarare», dice Donadel, «lamentano che gli odori causati dallo spargimento del liquame sono insopportabili, e di fatto contengono alte concentrazioni di ammoniaca. Si dovrebbero rispettare tutta una serie di norme ma spesso i controlli sono scarsi. Spesso infatti, in altre realtà diverse da questa, il compost è stato un ottimo mezzo per mischiare altri rifiuti speciali inquinanti come i fanghi di origine industriale, smaltendo così a prezzo stracciato degli scarti che andrebbero trattati con processi molto più costosi».

Da qui l’appello al Comune di Mira e alle forze dell’ordine. «Chiediamo al Comune e lo segnaleremo anche alle forze dell’ordine e all’Arpav», dice Donadel, «che siano fatti dei controlli per verificare dal punto di vista chimico se è tutto regolare. A noi interessa capire cosa realmente si sparge nei campi tra Giare e Dogaletto, dove si vanno a produrre le colture che gli serviranno per far funzionare l’impianto di biometano di Lugo e dove sono state piantate anche parecchie vigne, quasi sicuramente di prosecco».

Il sindaco di Mira, Marco Dori, annuncia un interessamento alla vicenda: «La società agricola in questione è una società all’avanguardia nel campo agricolo. Certo terremo conto delle segnalazioni dei cittadini attivando i nostri uffici».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia