Falso vetro di Murano commerciante condannato

VENEZIA. Ben quattrocento articoli in vetro, collane, orecchini, orologi da tavolo, piatti, animali ed altro, sono stati distrutti per ordine del giudice. Per la prima volta è giunto a definizione un procedimento penale nei confronti di un commerciante che aveva messo in vendita oggetti in vetro di produzione industriale, presumibilmente provenienti dalla Cina, spacciandoli come prodotti artigianali delle vetrerie di Murano. Il commerciante, un cinese con negozio in campo Santa Maria Formosa, è stato anche condannato a pagare una multa di 500 euro: ha dovuto rispondere del reato di frode nell’esercizio del commercio.
L’operazione era stata condotta nel novembre di tre anni fa dalla Sezione Pronto Intervento della Polizia Municipale. Il responsabile della sezione, pochi giorni prima del blitz, aveva visitato il negozio in incognito, accompagnato da un esperto in arte vetraria. Dopo alcuni controlli, l’esperto non aveva avuto dubbi: animali, piatti, collane erano di produzione industriale e non venivano certo dalle manifatture dell’isola del vetro, anche se tutti gli oggetti avevano etichette e talloncino che assicuravano la provenienza da Murano. Pochi giorni dopo erano arrivati i vigili e si erano portati via almeno quattrocento oggetti in vetro. Durante la perquisizione, tra l’altro, erano spuntate circa un migliaio di etichette e talloncini, queste le scritte riportate: «Original Murano Glassa Italy»; «Questo articolo è lavorato con vetro originale di Murano»; «Certificato di garanzia vetro di Murano». Naturalmente sono state sequestrate anche bollini e certificati, trattandosi di falsi belli e buoni, come gli oggetti di vetro o, comunque, di certificazioni originali ma spacciate o sottratte a chi le deteneva lecitamente.
Dopo questa operazione la Polizia Municipale ne ha compiute altre molto simili, sulla base di segnalazioni o, come in questo caso, grazie alla consulenza di un esperto. A battersi per smascherare chi vende vetri di Murano fasulli c’è l’associazione Promovetro, che si batte per la tutela del marchio. Comunque, c’è anche chi produce a Venezia o in terraferma e proviene da Murano che richiede la tutela. La prima a concludersi con la distruzione degli oggetti e con la condanna definitiva del commerciante è stata questa: sono intervenuti sia il pubblico ministero che ha coordinato l’intervento dei vigili del Pronto Intervento, sia il giudice delle indagini preliminar, che prima ha convalidato il sequestro, poi ha emesso il decreto penale di condanna e deciso per la distruzione degli oggetti fasulli. Il commerciante cinese non ha presentato ricorso e quindi il decreto penale equivale ad una condanna definitiva.
Giorgio Cecchetti
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