Falso in bilancio, assolto Barbuio

Era accusato anche di distrazione dopo il fallimento di Idealinea srl

UDINE. Due giganti nel campo delle costruzioni, un imprenditore di primo piano nel panorama industriale del Triveneto e due accuse pesanti come macigni: falso in bilancio e distrazione. Sono gli elementi attorno ai quali, per cinque anni, ha ruotato il procedimento giudiziario seguito al fallimento della “Idealinea srl”, società di Rivignano specializzata nella produzione e vendita di tubi, con partecipazioni nella “G.Tubi spa” (nota anche per avere beneficiato, nel ’99, di un leasing di 7,5 miliardi di vecchie lire da Friulia Lis). Al centro dell’inchiesta - insieme ad altri quattro imprenditori, tutti già approdati a patteggiamento - Lionello Barbuio, 56 anni, di Fossalta di Portogruaro, fino all’anno scorso presidente dell’Ance di Venezia. La partita, per lui, si è chiusa ieri, con un risultato che ha completamente ribaltato la tesi accusatoria: sentenza di assoluzione da entrambi i capi d’imputazione “perché il fatto non sussiste”.

Bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale impropria le ipotesi di reato che il pm Barbara Loffredo gli aveva contestato e che ha ribadito anche ieri, nella requisitoria terminata con la richiesta di una condanna a tre anni di reclusione. Chiamato a rispondere in qualità di amministratore unico dal luglio 1998 al dicembre ’99 della “Idealinea”, la società della Bassa friulana dichiarata fallita dal tribunale di Udine nel dicembre del 2003, Barbuio era stato accusato di avere concorso a esporre nelle scritture contabili e riportato nei bilanci relativi agli esercizi di sua competenza una situazione economico-patrimoniale non rispondente al vero. Ieri l’assoluzione.

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