Fabbrica del nero, il commercialista si difende: «Solo un equivoco»

Negro bolla come un abbaglio la sua iscrizione nel registro degli indagati: «Credo di essere un professionista, perché mi sarei intestato i proventi illeciti?»

MESTRE. Igino Negro, 58 anni di Scorzè, non ha dubbi. «Si tratta di un grande equivoco». Negro è il commercialista con studio in corso del Popolo a Mestre, in via Roma a Scorzè e in via Castellana a Martellago e in Croazia che l’accusa ritiene la mente della “fabbrica del nero”.

Per il pm Stefano Buccini e la Guardia di Finanza lui avrebbe messo a punto il metodo per far evadere milioni di euro a clienti di varie città. Lui stesso avrebbe trovato le aziende decotte poi usate per produrre fatture false. Nel “progetto” avrebbe coinvolto il figlio Daniele e il socio Massimo Fernandez, oltre ad altri tre professionisti del settore.

«È un equivoco a dir poco. Io faccio il commercialista da una vita. E secondo loro i proventi di quanto guadagnato in maniera illecita me li sarei intestati. Avrei lasciato soldi nel conto corrente, acquistato immobili e auto. Intestandomi il tutto. Faccio il commercialista e di certe cose me ne capisco. Minimo, se volevo che non trovassero nulla avrei intestato a prestanomi case e denaro. In realtà hanno sequestrato delle donazioni fattemi dai miei genitori. Se vuole poi parliamo dell’auto. Si tratta di una Jaguar che ho comprato sette anni fa, usata da quattro anni. Ho speso 22 mila euro. E io sarei il genio dell’evasione. Ma di cosa stiamo parlando. Se fossero vere le accuse, sarei il genio del c....».

Il dottor Negro tuona da dietro la sua scrivania e ripete «è solo un equivoco». La settimana scorsa ha ricevuto l’avviso di garanzia con la comunicazione dell’indagine e dei reati di cui deve rispondere. Venerdì poi gli è stato comunicato il sequestro dei beni. I finanzieri hanno sequestrato immobili e terreni, oltre ai soldi presenti sul conto corrente e la Jaguar. Il commercialista ha già presentato, attraverso il suo legale, ricorso al Tribunale del Riesame chiedendo il dissequestro di beni e denaro.

«Ma poi io, sempre da genio, avrei messo nei guai mio figlio e il mio socio. Ma stiamo scherzando... Non hanno capito cosa è avvenuto. O meglio hanno capito male. Ripeto è solo un grande equivoco».

Igino Negro è un commercialista molto conosciuto a livello provinciale e, guardando le varie cariche e gli incarichi ottenuti in società pubbliche e private, mostra di avere buoni agganci con i politici locali. Ragioniere prima e laurea in scienze giuridiche poi, è iscritto all’albo dei commercialisti da diversi anni ed è revisore contabile, tributarista e consulente tecnico per il Tribunale di Venezia, nonché curatore fallimentare e perito legale.

Un curriculum di tutto rispetto che gli ha consentito di finire seduto nel Cda di Avm, nominato dal Comune di Venezia, ed è nel collegio sindacale del Casinò. Ma è stato anche nel consiglio di amministrazione della vecchia Apt. Senza dimenticare che è revisore dei conti per il Comune di Mira e per aziende private del Veneziano, tra cui Abate Zanetti di Murano.

Di sicuro anche se non è tra i più conosciuti a livello regionale nell’ambito della Città Metropolitana lo conoscono parecchio e in molti.

«Ora devo andare a recuperare il fascicolo che mi riguarda e insieme all’avvocato studiare la linea difensiva. Per assurdo mi dovrò difendere da qualche cosa che non ho commesso», conclude Negro. —


 

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