Ex imprenditore in crisi dorme al pronto soccorso

San Donà. La drammatica testimonianza del sessantenne finito su una strada «Ho perso lavoro e famiglia. Il Comune dovrebbe fare qualcosa in più»
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE VEDUTE OSPEDALE CIVILE
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE VEDUTE OSPEDALE CIVILE

Senza casa e lavoro, dorme al pronto soccorso. È la triste storia di G.C., ex imprenditore 60enne di Ceggia, divorziato da anni, due figlie, ma ormai solo. Alle spalle una storia che commuove, ma che non stupisce più oggigiorno, perché soprattutto nel mondo del lavoro è facile passare repentinamente da uno stato di benessere all'indigenza più totale.

L’ex imprenditore ha affrontato male un periodo di difficoltà della sua impresa, fino a perdere lavori, commesse e a fallire totalmente. Con il passare del tempo ha perso anche la famiglia, la moglie, ormai ex, restando solo e senza casa. Da allora, ormai un anno, cerca di arrangiarsi come può e dorme dove capita. «Mi sono ridotto a dormire dove trovo», spiega, «più spesso al pronto soccorso di San Donà, per stare al sicuro e al fresco d'estate, al caldo d'inverno. A volte sono degli amici a ospitarmi e darmi qualcosa da mangiare. Non lo dimenticherò mai. Io credo però che una persona senzatetto abbia il diritto di avere una casa in cui vivere e il Comune dovrebbe aiutarmi. Ho vissuto per anni a San Donà, anche se sono originario di Ceggia. Di certo non posso andare avanti in questo modo».

Ci sono altri in città che vivono in condizioni così precarie. Qualcuno dorme in macchina. Gli sfratti sono aumentati, triplicati in pochi anni. I prezzi degli affitti non sono molto calati, e per converso aumenta il numero di famiglie che non li paga o non paga le spese condominiali. Il mercato immobiliare non si muove e tutti attendono un calo dei prezzi dopo le fortune fatte con l'avvento dell'euro che hanno provocato l'invasione di investitori immobiliari improvvisati che hanno drogato il mercato.

Il parco case popolari del Comune è estremamente ridotto rispetto alle esigenze. Molte sono state vendute agli inquilini che sono riusciti ad acquistarle con cifre molto basse. Altre saranno vendute, perché gli enti pubblici proprietari non riescono più a sostenerne le spese, ma la paura è che ne approfitti chi in realtà fa speculazione o ha le dritte giuste per acquistare appartamenti a prezzi così bassi. Senza contare le tante case all'asta che sono diventate un'altra realtà. Chi costruisce, e chi vende, resta dell'avviso che la qualità è ancora richiesta e ci sono famiglie che hanno ancora soldi da investire nel mattone. Tante agenzie immobiliari hanno chiuso però i battenti e anche i mediatori non fanno più grandi affari.

Giovanni Cagnassi

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