Enerambiente processo a Venezia

La Corte di Cassazione ha deciso: competente a decidere su «Enerambiente» di Stefano Gavioli (nella foto) è il Tribunale civile di Venezia, che dovrà ripartire dal fallimento deciso dal Tribunale di Napoli. Il conflitto di competenza tra i giudici del capoluogo campano e quelli veneziani è stato definito. Ladecisione dei giudici romani condiziona anche il processo penale che vede Gavioli e i professionisti veneziani e non coinvolti nella bancarotta fraudolenta: il processo è stato voluto dalla Procura di Napoli ed è già partito davanti al Tribunale campano, che dovrà spogliarsi del procedimento e, a causa della decisione della Corte romana, dovrà spedire anche quello in laguna. Se il fallimento è radicato a Venezia, infatti, anche i risvolti penali che lo riguardano non possono che essere giudicati a Venezia.
La Cassazione ha risolto anche un’altra questione, oltre a quella territoriale: prima del conflitto di competenza, il Tribunale fallimentare lagunare aveva avviato la procedura di concordato preventivo, che l’avvocato Giancarlo Tonetto aveva chiesto per conto di Gavioli in modo da evitare il fallimento. A dichiararlo ci aveva poi pensato il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura campana. Ora, la Cassazione afferma che da quella sentenza, cioè dal fallimento, i giudici veneziani devono partire. A battersi per questa decisione è stato l’avvocato veneziano Zeno Forlati per conto della commercialista Federica Candiotto, nominata dal Tribunale commissaria del concordato.
I giudici del Tribunale penale di Napoli, il 5 febbraio scorso, avevano hanno annullato il decreto di giudizio immediato e rimandato il fascicolo alla Procura. Oltre a Gavioli, sul banco degli imputati ci sono la sorella Chiara di Treviso, il braccio destro Loris Zerbin di Campolongo, la segretaria Stefania Vio di Spinea, l'ex difensore avvocato Giancarlo Tonetto di Mestre, i commercialisti mestrini Enrico Prandin e Paolo Bellamio, quello di Stra Giorgio Zabeo, i bancari della Banca del Veneziano Alessandro Arzenton di Montegrotto, Manuela Furlan di Mira e Mario Zavagno di Pramaggiore.
Giorgio Cecchetti
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