Emozione all’addio a Davide «È andato oltre l’eroismo»

Folla in chiesa ai funerali del 38enne morto mentre andava a salvare un ragazzo Presenti gli amici vigili del fuoco, di cui era volontario, e del Carnevale di Ceggia



Anche il cielo piange la perdita di Davide Zavattin, il 38enne che, domenica sera, per tentare di salvare un amico dal suicidio ha perso la vita nell’incidente avvenuto in via Venezia a Cinto mentre guidava l’amica Mara Demo.

Ieri pomeriggio sotto il freddo e un po’ di poggia si sono celebrati i funerali nella chiesa di San Biagio. «Io non avrei voluto presiedere questa assemblea», ha detto il sacerdote, don Carlo Conforto, «questa morte mette a dura prova la nostra fede». Come dare torto a don Conforto. Attorno piangono tutti. Arriva il feretro. Il padre Sergio è sorretto dai fratelli di Davide Elia e Cristian. Dietro si intravvede la fidanzata Martina Bof. Si trovano con lo sguardo. Si abbracciano. Poi arrivano i vigili del fuoco in divisa. Scortano per l’ultimo viaggio Davide che faceva il volontario ausiliario del corpo. Sollevano la bara sovrastata da rose bianche simbolo di purezza.

Don Conforto recita la liturgia della Parola con la voce rotta dall’emozione, si riprende e parla. In chiesa non ci stanno tutti. Gli altri fedeli sfidano il freddo ma provano dolore e rabbia. Firmano il registro delle presenze. Ci sono anche gli amici del Carnevale di Ceggia. Davide collaborava alla costruzione dei carri. Amci e conoscenti arrivano da Chions, Portogruaro e San Vito la città di origine di Davide. Don Carlo Conforti spiega i messaggi contenuti nel Vangelo secondo Luca che riflette lo spirito di solidarietà di cui era piena la vita di Davide. É quando Gesù raduna i discepoli e spiega la famosa riflessione sull’assistenza a chi è malato, in carcere o straniero. «Ci viene in aiuto». dice il prete, «perché parla del giudizio di Dio alla fine della nostra vita. Elenca le opere fondamentali. Ero bisognoso e in difficoltà e tu mi hai aiutato».

Sembra proprio di vedere un film, girato dal destino domenica sera, quando Davide e Mara andavano ad aiutare il loro amico. «E qualunque aiuto viene portato a una persona viene portato a Cristo». Don Conforto poi fa un parallelo tra Davide e Alessio Marinato, il giovane morto a luglio in un altro incidente. Anche lui era un passeggero. Nel frattempo calano il freddo e il buio. «Ci sono atti di generosità», continua il sacerdote, «che persino vanno oltre l’eroismo». Davide e la fidanzata avrebbero dovuto costruire il presepe per Natale. Quest’anno non si farà. Lo ha deciso il parroco. Mara Demo non era presente. Pare che non abbia ancora appreso la notizia della morte dell’amico. «Davide era un artigiano esperto che con il marmo costruiva vere opere d’arte», ha detto un amico, «se ne va un grande». Infine il ricordo commosso di chi lo conosceva accompagna Davide prima del saluto definitivo.

A margine del funerale si é venuti a sapere che Mara, Davide e l’amico che aveva dettodi voler togliersi la vita avevano trascorso il pomeriggio insieme in una festicciola dedicata al vino novello. Anche per questo gli inquirenti hanno chiesto all’ospedale l’esito dei test alcolemici sulla guidatrice. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia