Emergenza in cimitero, i loculi “trasudano”

Odori nauseanti e muri impregnati nel nuovo recinto Chipperfield, il Comune: «Interventi subito»

VENEZIA. Non c’è un modo delicato per dirlo: alcuni loculi del nuovo recinto XXIII del cimitero di San Michele - firmato da David Chipperfield, direttore della Biennale Architettura - non sono stati realizzati a tenuta stagna, in corso di costruzione. Conseguenza, i liquidi di decomposizione - complici alcune bare in zinco mal saldate - sono colati fuori, impregnando in più punti i muri perimetrali della struttura, ammorbando l’aria e rendendola irrespirabile. Una situazione igienica insostenibile, che si è manifestata a spot sin dall’inaugurazione del manufatto, ma che ha avuto un’escalation in questa estate afosa e torrida, con almeno cinque episodi segnalati: si può solo immaginare il nauseante disagio con il quale hanno dovuto convivere i parenti in visita ai loro cari, che hanno più volte protestato con Veritas, che gestisce i servizi igienici. «La situazione è stata molto difficile e abbiamo accolto con imbarazzo le giuste lagnanze, perché non potevamo intervenire direttamente, essendo un edificio di proprietà del Comune», commentano i responsabili del servizio, «siamo intervenuti con disinfettanti e igienizzanti, in alcuni casi riaprendo i loculi e segnalando l’emergenza al Comune, che ha realizzato i lavori». Eseguiti da Sacaim. Anche adesso che la temperatura è mite, nei varchi di passaggio più stretti, le narici vengono folgorate da veloci fitte nauseanti. Fatta l’opera - con ampliamento e bonifica del cimitero, per quasi 7 milioni di euro - bisogna così rimettere urgentemente le mani alla Corte dei Quattro evangelisti (1020 loculi e 147 ossari, che andranno esauriti nel 2013). «A giorni inizieranno i lavori e tutto sarà in ordine per la ricorrenza dei Defunti», promette l’assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni, «ci siamo accordati con la Sacaim perché intervenga, sostituendo anche le pietre del muro perimetrale». Struttura bella, quella di Chipperfield, ma che nei materiali non ha fatto i conti con la laguna: la pietra nera dei pavimenti trasuda salsedine bianca. Veritas ha dovuto comprare un’idropulitrice solo per lavare il nuovo recinto.

Roberta De Rossi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia