Emergenza casa a Venezia e Mestre. «Solo alla Giudecca ci sono 245 alloggi pubblici sfitti»

La denuncia dei Comitati: «Non basta il social housing

bisogna rendere disponibili le case di Comune e Ater»

Vera Mantengoli

VENEZIA. Case sfitte, poca trasparenza sui dati nel sito del Comune e nessuna strategia per il futuro. La casa a Venezia è un problema sempre più serio. Lo sanno bene alcune realtà cittadine che ieri si sono incontrate alla Giudecca per affrontare, con numeri alla mano, la questione della residenzialità.

«Abbiamo monitorato nell’isola 1360 appartamenti, 843 del Comune e 520 dell’Ater, e ce ne sono di sfitti 245, 113 del Comune e 132 dell’Ater» ha detto Raffaele Bolani della Consulta civica veneziana mostrando un faldone pieno di interrogazioni, richieste di accesso agli atti e tanti altri documenti che dimostrano il grande lavoro svolto grazie anche al contributo di Mario Girardi detto Sergio dell’associazione Inquilini Giudecca Sacca e dei consiglieri di municipalità Michele De Col e Giorgio Isotti.

Secondo le associazioni ogni anno si perdono (per decessi o perché non ci sono soldi per la manutenzione) una decina di appartamenti, tanti quanti quelli che vengono dati tramite social housing.

«Il Comune sta ancora attingendo alle graduatorie del 2019 e continua a parlare di social housing come se fosse la soluzione, senza invece investire un centesimo per ristrutturare le case di edilizia pubblica» prosegue Bolani.

Secondo le ricerche svolte anche tramite accesso agli atti il Comune utilizza soltanto i soldi della Legge Speciale e quelli Pon Metro, senza mettere a bilancio nessuno investimento dell’amministrazione. «Inoltre mancano completamente i dati sul sito del Comune che l’amministrazione trasparente dovrebbe mettere con il risultato che non si sa che cosa stia facendo il Comune, né c’è alcuna traccia sul sito» prosegue Bolani. L’unico documento recente è quello del bilancio di insulta.

«Anche in quel caso non viene scritto che cosa si è fatto, dove si è investito, ma si legge che su 10 milioni ricavati dagli affitti se ne è investito soltanto uno. E gli altri 9 a cosa servono? » proseguono le associazioni. Si sente così sempre di più il vuoto lasciato dalla fu Consulta per la casa soppressa dall’attuale amministrazione.

«La Consulta della casa è stata soppressa da Brugnaro, ma noi ci stiamo unendo perché vogliamo che ci sia un dialogo con l’amministrazione caro su questi temi», affermano. Tra i problemi della Giudecca c’è anche l’epocale Campo Marte che dal 1989 è un cantiere in corso. «Dovevano essere quattro lotti, i primi due sono stati costruiti, ma i 19 appartamenti del terzo lotto hanno visto già quattro ditte fallire dopo l’inizio dei lavori e non si sa ancora se l’intervento proseguirà. Chiediamo almeno che si faccia spazio per ripristinare il verde dato che sembra una discarica a cielo aperto», protestano.

Tra i presenti ci sono anche Patrizia Veclani e Orazio Alberti di Ocio, l’Osservatorio civico sulla casa e sulla residenzialità. «Gli appartamenti sfitti nell’isola rispecchiano più o meno la percentuale sul Comune dato che ci sono circa 10 mila appartamenti e sfitti 1600» spiegano Veclani e Alberti, sottolineando la difficoltà anche per loro di trovare dei documenti sul sito del Comune.

«Un’amministrazione dovrebbe mettere sul sito a quanto ammonta il patrimonio, quanti sono gli investimenti e una lista di tutti gli immobili, altrimenti dov’è la trasparenza? ». E concludono: «Chi lascia Venezia non va a a Mestre e a Marghera perché anche lì gli affitti sono alti, ma a Zellarino o a Favaro, sradicandosi completamente dal proprio territorio e svuotando ancora Venezia».

Argomenti:cronaca

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia