Eliminato l’ente Parchi Ambientalisti critici

La decisione del Comune di chiudere l’Istituzione Bosco e Grandi Parchi di Mestre sta facendo discutere ambientalisti e associazioni del territorio. «Manifestiamo preoccupazione per una decisione che, senza alternative valide, rischia di ritardare attività significative per la conservazione e miglioramento ambientale», scrivono Roberto Sinibaldi (presidente di Wwf Venezia e Territorio) e Gianpaolo Pamio (delegato Lipu di Venezia).
«Questo accade in un momento in cui il parco di San Giuliano viene destinato a utilizzi diversi dal progetto originale, con il rischio cementificazione di aree vincolate anche dal punto vista paesaggistico, e con il rischio di precludere agli abitanti una parte non piccola dell’area per destinarla ai grandi eventi, di cui forse nemmeno i fruitori abituali si rendono conto. Il Bosco di Mestre soffre di uno stallo da quasi cinque anni, senza nessun nuovo impianto, se non di ripristino minimo, e solo tagli della vegetazione per mantenere percorribili i sentieri. Il grande progetto di farlo espandere rimane al palo, e manca poi un piano di gestione che per un bosco di oltre cento ettari è una grave mancanza».
Da qui anche alcune indicazioni. «In questo periodo di pandemia abbiamo notato che sempre più persone frequentano tale area, diventata un punto di riferimento per un contatto con la natura. Sotto il punto di vista della conservazione di specie vegetali e animali, oltre alla preziosa presenza della rara orchidea di palude, abbiamo molte specie di insetti ormai divenuti rari come lo stecco, la mantide religiosa, e tantissime specie di uccelli. Si rammenti che il Bosco di Mestre rimane una delle poche isole naturali nella cementificata Val Padana orientale, area di sosta indispensabile per tantissime specie in migrazione. Il Bosco di Mestre e il Parco di San Giuliano hanno però bisogno di cura e di investimenti, per far crescere e continuare quel grande progetto pensato trent’anni fa. L’abbandono di questa via può rappresentare un pregiudizievole segnale per il futuro».
Dall’Associazione San Giuliano, Anna Forte Zorzetto aggiunge: «Riteniamo che l’eliminazione dell’Istituzione sia un fatto grave, con la sottovalutazione delle necessità di questa infrastruttura verde voluta fortemente in passato. Attendiamo di capire se il Comune intenda rilanciare l’area, perfezionare la correttezza delle procedure ed evitare quanto finora si è visto. Il giudizio su questa scelta non è positivo. L’istituzione aveva forse solo bisogno di mezzi nuovi, di un rilancio che potesse creare una vera gestione, con una partnership assieme a privati come avviene nei parchi europei». —
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