Elezioni, nel Veneziano alta affluenza e tante contestazioni
Eraclea guida la classifica della partecipazione, Venezia quella delle irregolarità segnalate. A Mirano una coppia in isolamento per Covid 19 non ha potuto votare

VENEZIA
Secondo giorno di votazioni per i quasi 700 mila veneziani chiamati alle urne per eleggere presidente e consiglio regionale, sindaco e consiglio comunale in sei amministrazioni cittadine, municipalità e per decidere sul taglio del numero di parlamentari al centro del referendum costituzionale. L’affluenza al 46% registrata alle 23 di domenica èin linea con le aspettative, in attesa della chiusura dei seggi prevista per le 15 di oggi. Tra i Comuni Venezia al 50%, Portogruaro 49,3, Dolo 50 Cavallino 52, Torre Mosto 52,6. La percentuale più alta dela provincia e una dele più alte dela regione è stata registrata a Eraclea, il Comune chiamato a votare dopo l’arresto del sindaco e le indagini sul vice dopo l’accusa di voto di scambio con il clan camorristico dei Donadio, per cui è in corso un processo. A Ereaclea quindi la sfida tra i cinque candidati ha solleticato la voglia di partecipazione che infatti è stata alta: alle 23 aveva votato il 53,2 per cento
C’è tempo per votare fino alle 15 di oggi, avendo con sé tessera elettorale e documento d’identità. Allo scadere del tempo, inizierà lo spoglio. Si partirà dal referendum costituzionale e dalle elezioni regionali, i cui risultati saranno comunicati nella tarda serata di oggi. Per sapere invece la composizione dei nuovi consigli comunali e municipalità, oltre ovviamente al nome del sindaco eletto, bisognerà invece aspettare martedì sera.
Non sono mancate le accuse e segnalazioni d’irregolarità, specie a Venezia, dove la campagna elettorale è stata infuocata.
In centro storico a Cannaregio, seggio di San Girolamo, una donna è stata rimandata a casa perché il suo nome non compariva in elenco. A San Stae (seggi 35, 36 e 37) altre proteste per alcune matite fornite sì dal ministero ma cancellabili, come verificato dagli stessi scrutatori. Nella scuola Algarotti, invece, agli elettori che chiedevano come dare un voto disgiunto, è stato risposto che quella modalità di voto non era possibile per le Municipalità. A Mestre, seggio 123, accesa discussione per un residente che si è rifiutato di consegnare il telefonino. Il motivo? Temeva che potesse infettarsi con il Covid. C’è poi il caso di una residente a Marghera da tempo ricoverata a Preganziol. Aveva chiesto di votare con il seggio mobile ma all’arrivo degli scrutatori, ieri mattina, si è accorta che mancavano le schede elettorali per la Municipalità e per il Comune. Non senza protestare, ha così potuto votare soltanto per la Regione e per il referendum costituzionale.
Protagoniste anche le forze dell’ordine, costrette a intervenire in diversi casi dopo le segnalazioni dei rappresentanti di lista del Pd e di Terra e Acqua per comportamenti poco ortodossi. È quanto successo, per esempio, a Favaro con alcuni rappresentanti della lista fucsia che avvicinavano un po’ troppo gli elettori, andando oltre le regole d’ingaggio nei giorni di votazioni. Stesso discorso anche all’Einaudi di Mestre, alla Vecellio. In via Poerio, segnalato poi un punto fucsia con messaggi elettorali mandati a ripetizione sugli schermi ed esposti in una via aperta e pubblica.
Alla Guggenheim di Mestre, i rappresentanti di lista fucsia sono stati segnalati con spilla elettorale in bella mostra a dirigere le operazioni di smistamento. Anche in questo caso, è arrivato un richiamo in quanto la spilla identificativa, come prescritto dalle leggi sul voto, si può tenere all’interno del seggio ma non all’esterno o entro i 200 metri di distanza dal seggio elettorale.
Su questi episodi, il Pd annuncia segnalazioni in Prefettura mentre la lista Terra e Acqua fa sapere di comportamenti «al limite della legalità su cui non si faranno sconti». Al Lido polemiche per il buio alla scuola Parmeggiani, in un quartiere al buio per un guasto elettrico, già segnalato dai residenti nei giorni scorsi.
A Mirano una coppia in isolamento per Covid 129 non ha potuto votare perché non aveva comunicato al Comune entro il 15 settembre, come previsto dalla legge, di voler votare a domicilio. Ma la coppia ha avuto il responso del tampone solo il giorno 17.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video