Ecco il nuovo parassita arrivato in laguna

LIDO. “Rock Vomit in LoVe”. Non si tratta di una band innamorata: “Rock Vomit” è infatti il nomignolo usato da alcuni ricercatori per indicare una specie dall'aspetto poco gradevole o, per dirla tutta, davvero disgustosa, abituata a vivere nelle acque atlantiche e scoperta per la prima volta in tutto il Mediterraneo proprio nella laguna di Venezia (“LoVe” sta per Lagoon Of Venice).
L’annuncio dell’insediamento della specie aliena, il Didemnum vexillum, sarà pubblicato a breve in un articolo firmato da un team di ricercatori del Cnr - Ismar (Istituto di Scienze Marine) di Venezia in una delle riviste scientifiche online più specializzate in materia, l’ “Acquatic Invasion”.
In seguito verrà poi inviato a Comune, Provincia e autorità competenti affinché si conosca e si tenga sotto controllo il comportamento di questo animale della famiglia delle ascidie che ha una consistenza gelatinosa e si sviluppa espandendosi come un fungo e avvolgendo qualsiasi organismo trovi nel suo percorso, in questo caso cozze e ostriche.
Gli autori della scoperta sono i ricercatori Davide Tagliapietra, Erica Keppel e Marco Sigovini che, dopo un anno di ricerche, hanno confermato che si tratti proprio del Didemnum, detto con simpatia anche blob o Dide o anche Rock Vomit, come lo hanno battezzato gli americani che lo conoscono molto bene dato che lungo le coste atlantiche e pacifiche è molto diffuso.
Nativo con molte probabilità in Giappone, il “blob” è arrivato in laguna portata da barche o navi da diporto. Nel mondo è diffuso soprattutto dove l’acqua è più fredda. Qui trova il suo habitat ideale in darsene e porti. Dide si espande lungo le superfici dure come le corde, spesso in ammollo, per le barche, i pontili, le paline e nei porticcioli.
Le ricerche, svolte nell’arco di un anno, hanno dimostrato che la specie si riduce molto durante il grande caldo e il grande freddo, ma rinvigorisce in primavera e in autunno. Tra poco dovrebbe quindi manifestarsi di nuovo.
«Non sappiamo ancora quanto siano pericolose», afferma Davide Tagliapietra, «perché potrebbe succedere che si sviluppino soltanto in certi periodi, in autunno e in primavera, non distruggendo l’ecosistema, ma anche che con il tempo un ceppo più forte si insedi stabilmente il che potrebbe causare danni soprattutto alle colture di mitili. Quel che è certo è che bisogna tenerle sotto controllo. Fino a oggi non si era pensato che potessero vivere anche nelle nostre acque».
A Venezia Dide è stato trovato in Arsenale, all’Isola della Certosa, a San Nicolò, a Sant’Andrea e a Lio Grando, mentre invece non ci sono ancora dati certi su altre zone come Chioggia e Porto Marghera. Una volta individuate tracce del blob i ricercatori hanno mandato foto, larve e tutto il materiale alla più grande esperta al mondo di Didemnum, Gretchen Lambert, dell’Università di Seattle a Washington, che ha confermato i risultati.
E ora i ricercatori attendono la strana specie per l’appuntamento di settembre, pronti a incontrarla per conoscerla ancora più a fondo.
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