Ecco dove portare i più piccoli

di Alessia Gallione
MILANO
In inglese lo chiamano edutainment: educare divertendo. E in fondo il gioco sta tutto lì, nel farlo sembrare un gioco. Riuscendo a spiegare temi come le diseguaglianze legate al cibo e le molte facce dell’alimentazione in modo leggero. Come ha fatto il Brasile, che è riuscito a trasformare una metafora in un’attrazione ludica. La rete sospesa su cui si cammina è il simbolo – dicono – di come il Paese si proponga di , ovvero con la “flessibilità, la fluidità“ e la “connessione“ tra culture e persone.
Ma nella città di Expo è diventata anche la passerella che idealmente unisce i visitatori di ogni età, bambini e adulti, che per imboccare quella strana porta di accesso fanno la fila in egual modo.
Il Luna park educativo. La mostra di Confindustria all’interno del padiglione italiano è un Luna park con tanto di giostre. Anche se, dietro i colori e le attrazioni accattivanti, c’è il lavoro di un comitato di esperti, c’è il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
E c’è un obiettivo: far conoscere come sia possibile ottenere, rispettando l’ambiente e le risorse globali, prodotti sicuri, di qualità, a prezzi accessibili e in quantità sufficiente per tutti. È così, per dire, che si inizia scoprendo piatti e ricette con un juke box dei desideri, che si prosegue giocando a fare i contadini, a tenere in equilibrio il mondo e ci si cimenta con video game sulla sicurezza del cibo.
È un’esposizione che è stata pensata proprio “a misura di famiglia“, ripete spesso il commissario Giuseppe Sala. Dai servizi (il passeggino di cortesia, le aree nursery, alcuni punti ristoro attrezzati) a un’intera area tematica per i più piccoli: si chiama Children park ed è un viaggio sensoriale attraverso campane aromatiche con le essenze delle piante officiali da annusare, acqua da non sprecare e versare in contenitori che danno vita a fiori, un orto gigante.
I timbri delle piante. Anche numerosi padiglioni hanno organizzato progetti ad hoc. Ci sono le attività nello spazio di Slow Food, c’è lo sport e l’attività fisica (il padiglione Kinder) e all’interno del parco della biodiversità ci sono visite speciali e iniziative quotidiane per i turisti junior. Palazzo Italia ospita l’installazione-gioco ispirata a un’idea di Bruno Munari con timbri e stampe delle piante delle regioni italiane. Nel supermercato del futuro – allestito dalla Coop con il Mit Senseable City Lab di Boston – si fa la spesa tra commessi robot e etichette intelligenti ed esiste un’aula – del futuro naturalmente – con animatori e laboratori.
Il dondolo che produce energia. Perché alla fine c’è sempre un particolare che può piacere ed entusiasmare nei padiglioni, dalla “casa delle lucciole” della Malesia alle altalene dell’Estonia dove ci si dondola producendo energia. L’Olanda, per dire, stupisce i bambini con una ruota panoramica, simbolo del riciclo e allo stesso tempo ristorante dove si mangia girando.
Nell’area della Polonia c’è una sorta di Bocca della verità con cui interagire, in Corea ologrammi e spettacoli tecnologici. Persino le sedie sono diventate un’attrazione davanti all’attrazione: attorno alla lake arena, si assiste allo spettacolo di suoni, giochi d’acqua e luci dell’Albero della Vita – uno degli appuntamenti più apprezzati un po’ a tutte le età – su sedute rosse a forma di trottola. Nel bosco dell’Austria si gioca con l’aria e con speciali binocoli si scopre (ingigantendolo) che cosa nasconde la natura. Nel padiglione Alitalia-Etihad si può provare un simulatore di volo.
Sul fronte dei contenuti, un padiglione da visitare è quello di Save the Children: un villaggio dove si “rinasce” per affrontare le difficoltà quotidiane di un bambino del Mozambico, dell’Etiopia, della Siria o del Nepal, ma dove si può anche cercare di “riscrivere” la storia di quegli stessi bambini.
Lo scivolo dopo la lezione. E poi la Svizzera con le sue torri di cibo e il ricchissimo percorso educativo e di conoscenza della Germania: si seguono le idee su alimentazione, acqua, terra, ambiente armati di una specie di “tavoletta magica” e si finisce, se si vuole, con uno scivolo.
Giochi per tutti. Per la cronaca: sono molti gli adulti che ritornano bambini lasciandosi andare alla discesa libera. È ancora la tecnologia ad aver trasformato lo spazio del Qatar in una meta privilegiata dalle famiglie: qui non solo c’è un’area per l’animazione e un muro artistico per i piccoli, ma una tavola con i piatti (virtuali) tipici da toccare e una sorta di albero che si anima con immagini e storie.
Per le ragazzine e le mamme, poi, la moda di Expo impone di farsi fare un tatuaggio all’henné.
Prossimo giro, nel padiglione del Kazakistan. Fuori, la coda. Dentro, un videogioco in cui bisogna proteggere il raccolto dalle cavallette trovandole con un drone, vasche di storioni e un video proiettato in un cinema in tre dimensioni con tanto di occhiali.
Non mancano i cartoni animati. A proposito di film, uno degli spazi consigliabili ai bambini è quello dell’Unione europea. È davanti a Palazzo Italia ed è dedicato al grano che unisce i Paesi dell’Ue.
Il fulcro della visita è un cartone animato in perfetto stile Pixar che racconta la storia di Sylvia e Alex, una ricercatrice e un contadino. E mentre si è lì, con gli occhi puntati allo schermo, può anche capitare che in contemporanea alle immagini in sala cada qualche goccia di pioggia e si diffonda il profumo di pane.
@AGallione
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