É morto il maresciallo Ascione

Ieri l’improvvisa scomparsa a 69 anni. Martedì l’addio in Duomo
DE POLO -DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - ASCIONE ANGELO
DE POLO -DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - ASCIONE ANGELO

SAN DONÀ. Si è spento improvvisamente a 69 anni il maresciallo dell’esercito Angelo Ascione.

Era stato per decenni in forza al reggimento artiglieria contraerea della ex caserma Tombolan Fava, concludendo il servizio alla caserma delle Trasmissioni di Treviso, al 184esimo reggimento sostengo Tlc. Ascione lascia la moglie Maria Rosaria e le figlie Annalisa e Marina, i fratelli e i parenti a lui molto legati.

Era stato anche impegnato in politica nei gruppi dei socialdemocratici e nel centrosinistra. Per anni aveva seguito i consigli comunali con pochi altri appassionati di politica che frequentavano il municipio. Era presente tra il pubblico nelle assemblee, sempre pronto ad affrontare dibattiti e proposte per la sua città.

Originario della Campania, viveva da decenni nel Basso Piave dove si era perfettamente ambientato. Era anche esperto caldaista, oltre ad avere notevoli capacità e professionalità nel lavoro manuale. Una volta in pensione avrebbe voluto in futuro aiutare altri giovani, insegnando quanto aveva appreso per avviarli al lavoro. Purtroppo la sua vita è stata stroncata improvvisamente.

I familiari si sono rivolti all’impresa funebre Zanini per le esequie che saranno celebrate martedì alle 10.30 nel duomo cittadino. Il santo rosario sarà recitato lunedì alle 20 presso la Casa Saretta. Ascione era un militare molto legato al suo corpo e aveva un ottimo rapporto anche con i colleghi di San Donà e di Treviso, dove si era congedato solo pochi anni fa.

A lui è stato rivolto un commosso saluto dal collega, il generale medico Oliviero Leo: «Per anni abbiamo lavorato assieme, ci mancherà molto perché era una brava persona e un ottimo militare».

Tanti altri colleghi in questi giorni hanno ricordato la sua figura con particolare nostalgia, tornando ai tempi in cui era attiva la gloriosa caserma di artiglieria a Fiorentina che tanti militari ha portato a San Donà, città dove poi hanno cresciuto le loro famiglie e trovato una nuova casa in cui fermarsi a vivere.

Giovanni Cagnassi

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