E' il giorno della vogalonga, in settemila al via

VENEZIA - Tutti ai remi. Per un giorno la laguna ritrova i suoi silenzi, senza inquinamento e moto ondoso. E lo spettacolo di 1700 barche e oltre 7 mila vogatori. Parte alle 9 la 39esima Vogalonga, maratona non competitiva tra canali e isole della laguna nord. Una scommessa nata nel lontano 1975, quando le barche a motore non erano molte e sembravano già troppe. Un gruppo di amici veneziani l’avevano lanciata quasi per scherzo, con una regata nel giorno di San Martino del 1974. Toni Rosa Salva, Lauro Bergamo, Carlo Gottardi, Delfo Utimpergher lanciarono l’idea. Una «garbata protesta» contro il moto ondoso e l’invasione dei motori. Fu un successo imprevisto.
Cinquecento barche risposero alla chiamata l’8 maggio del 1975, giorno della Sensa. Ma soprattutto fu il «risveglio» di attività ormai abbandonate. In pochi anni nacquero dal nulla cinquanta società remiere a Venezia e nell’estuario, poi anche in terraferma, riaprirono cantieri. Si riscopriva la bellezza delle barche in legno, dei sandoli e dei pupparini, delle nuove imbarcazioni costruite da maestri d’ascia come Nino Giuponi. Un successo enorme. Da protesta la Vogalonga si è via via trasformata in manifestazione ecologico-turistica e oggi richiama moltissimi vogatori anche dall’estero. «Da quasi quarant’anni», ricorda Antonio Rosa Salva, nipote del fondatore, «lavoriamo in modo disinteressato per lanciare al mondo un messaggio in difesa di Venezia e della sua laguna».
La scommessa si ripete stamattina. Alle nove in punto un colpo di cannone segnerà il via alla regata non competitiva più famosa del mondo. Trenta chilometri di fatica per poi rientrare in Canal Grande e godersi applausi e foto dei turisti. Arrivo in Punta della Dogana e premi uguali per tutti: una medaglia, una maglietta e un diploma.
Il meteo è osservato speciale. Le previsioni non danno tempo stabile, ma dipenderà dai venti. Se alle 9 nel momento del «giro dell’acqua» (il cambio di marea) il tempo terrà, la Vogalonga sarà salva. Così dicono i vecchi pescatori, che ci azzeccano spesso più del satellite. «Il pericolo non è la pioggia ma il vento», dice Rosa Salva. I leggeri K1 e le canoea vennero sbattuti in barena, due anni fa, per le raffiche di bora. L’organizzazione è allertata, ma non potrà aiutare coloro che tagliano in secca e non seguono i canali navigabili. Da qualche giorno sono in corso gli arrivi degli equipaggi stranieri, che depositano le loro barche al Tronchetto e in Pescheria, oppure nelle società remiere in attesa della partenza. Tutto è pronto per la grande festa. Spettacolo da non perdere. Collegamenti Actv ridotti verso Murano, sospesi in Canal Grande fino alle 15.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia