E’ di Marghera la super sarta autodidatta

Marghera
Entrando nell’appartamento della famiglia Schiavon in via Longhena 27 si respira aria di storia con i quadri alle pareti che ricordano la Serenissima Repubblica e le foto in costume d’epoca. Perché appena conosciuti Gabriella Zecchini, casalinga, e il marito Gino Schiavon, vigile del fuoco in pensione, uniti da 45 anni di matrimonio, riescono a condurti in un viaggio nel passato che li coinvolge ormai da più di 25 anni. Tutto cominciò quasi per caso quando un loro caro amico, Marco De Preto, in seguito prematuramente scomparso, li invitò ad un carnevale veneziano. Per partecipare alla passeggiata la signora Schiavon, che aveva imparato a cucire per sistemare i vestiti dei due figli, creò dal nulla due costumi del ‘700 francese. Da quel momento ad ispirarla furono l’amore per la storia e la maestria nel cucito e ad oggi sono più di 24 gli abiti che ha creato per lei e il marito, dal Medioevo al 1800, con più di un mese di lavoro per ciascuno di essi, senza contare la ricerca dei tessuti. Oggi, con altri 50 protagonisti, partecipano al Serenissimo Tribunale dell’Inquisizione, associazione veneziana inserita nel Cers che è il Corsorzio Europeo Rievocazioni Storiche.
«Mi ha sempre affascinato il passato – racconta la signora Gabriella che nel ‘98 con il marito è entrata nel Serenissimo Tribunale, di cui Schiavon è il Doge ufficiale – Non mi pesano le difficoltà da affrontare nell’allestire nuovi vestiti perché mi guida la passione: per me ogni abito è una nuova battaglia con me stessa per capire di cosa sono capace. Prima o poi, per esempio, vorrei provare a fare un costume da ussaro che a prima vista presenta enormi difficoltà. Partecipiamo alle rievocazioni storiche visitando i luoghi culto del passato e ho cominciato a preparare abiti per ogni occasione. Guardo le enciclopedie, le stampe dell’epoca, i quadri, ascolto qualche prezioso consiglio come quello del famoso sarto veneziano Francesco Brigi».
Non mancano le soddisfazioni per l’intraprendente sarta autodidatta: alcuni suoi vestiti sono stati parte di mostre come quella sul ‘500 a Shanghai o immortalati nelle foto ufficiali delle manifestazioni. «Per me è un’emozione unica partecipare a questi eventi. Praticamente sei nella storia, entri davvero dentro la storia».
Alessandro Torre
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