È braccio di ferro sull’impianto idrico La 3V Sigma in stallo

A quasi un anno dall’incendio che distrusse la fabbrica  l’azienda rischia di non ripartire. Sindacato in allarme



«A un anno di distanza dall’incendio che ha distrutto completamente la 3V Sigma a Marghera, la produzione non riparte, nonostante le buone intenzioni dell’azienda, perché non si è sciolto il nodo della gestione delle acque».

A lanciare l’allarme facendo appello agli enti preposti è Francesco Coco della segreteria metropolitana della Femca Cisl. «A un anno dall’incendio che ha distrutto 12 mila metri quadrati di stabilimento», spiega il sindacalista, «ci troviamo ad aver perso circa il 50% della forza lavoro (da 50 dipendenti si è arrivati a 25). Il rischio è quello di perdere un altro pezzo della chimica di Porto Marghera. Sembra che il gruppo abbia trovato gli investitori per finanziare i lavori di ricostruzione, ma quello che impedisce l’avvio e a sua volta la ripartenza è la non volontà da parte di Sifa di ricevere le acque di scarto della 3V Sigma per via di un contenzioso di natura economica, che se così fosse pregiudicherebbe le attività non solo a Marghera, ma anche nei siti di Mozzo e Grassobbio. Il rischio di non ripartire a Marghera sarebbe quello di veder chiudere anche quei siti lombardi, comportando la perdita del posto di lavoro di circa 200 lavoratori in tutto il gruppo».

Sifa è un consorzio che gestisce il trattamento delle acque di tutta l’area chimica di Porto Marghera. In recenti incontri, l’azienda aveva assicurato la ripartenza delle produzioni della “tmpina”, produzione chimica essenziale per tutto il gruppo. Il gruppo aveva nei mesi scorsi prefigurato l'arrivo di liquidità da banche ed associazioni, l’avvio della ricostruzione con un investimento di 10 milioni di euro per far funzionare entro marzo 2021 l’impianto Pm3.

«L’impianto Pm3 che produce la tmpina», continua Coco, «è di rilevante importanza, in quanto polmone degli stabilimenti di Mozzo e Grassobbio. Anche in quei siti, per la mancata produzione, i lavoratori da un anno stanno sopravvivendo con il sostegno degli ammortizzatori sociali».

Chiare le richieste delle Rsu e della Femca Cisl. «Chiediamo», conclude Coco, «un tavolo urgente con la Regione invitando i vertici del consorzio di Sifa, l’assessore Elena Donazzan e i vertici di 3vSigma e capire assieme dove stanno gli ostacoli che impediscono la soluzione del problema». —

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