È boom di bar, ristoranti e pasticcerie: gli unici che non temono l’e-commerce

MESTRE. Un’estate di chiusure e cambi gestione, ma anche di nuove avventure, soprattutto nel campo dei bar e della ristorazione. In piazza Ferretto ha chiuso la nota pasticceria Marini, tra le più famose del “salotto mestrino”. Ma si è trattato di qualche giorno appena. Al posto dei gestori precedenti, infatti, tra poche ore a inaugurare il nuovo corso della pasticceria, sarà la famiglia Bruni, che gestisce lo storico bar Serena di via Poerio. Dietro il bancone ci saranno i fratelli Francesco e Massimiliano con il loro staff, che un tempo (13 anni fa) avevano già gestito la pasticceria.

Insomma, un ritorno di fiamma. E a proposito di “fiamme”, l’idea dei titolari è quella di far rinascere le “paste della domenica”, quelle belle grandi e più sostanziose, tutte di produzione propria, dai bignè alle frolle. Rinfrescati gli interni, rivisitato lo stile, Marini apre questo pomeriggio e promette sorprese. E sempre in piazza, a settembre riaprirà anche il Caffè Grande Italia, un altro locale un tempo cult, che ha cambiato molte gestioni negli ultimi anni. Appena fuori dalla piazza, in via Pio X, altra ventata di novità. A riaprire il bar rimasto chiuso qualche settimana dopo l’ultima gestione, quella di Patrizio e Isabella, ci hanno pensato Mario Tiozzo e Barbara Fulciniti, lui originario di Sottomarina, lei margherina doc. Mario ha chiuso il locale che aveva a Marghera, Mister G gelateria, Barbara, invece, nel 2017 ha abbassato le saracinesche della sua gioielleria, sempre a Marghera, dopo 28 anni. Ma non si è data per vinta e si è buttata su un nuovo lavoro.

Il locale si chiama T’Invoglia. «Adesso che è stata acquistata la Torre di San Lorenzo» spiegano «speriamo che tutta quest’area a due passi dalla piazza riprenda vita, noi ne siamo convinti e vediamo già molto movimento che ci fa ben sperare». Il bar-lounge promette eventi, aperitivo-time, pranzi e colazioni. In via Manin, sempre a due passi dal “salotto mestrino” ha aperto, anche qui dopo mesi di chiusura,Star Bar, gestito da un’altra coppia, Arianna Venturella e Stefano Gatto, veneziano lui, di Soave lei. Entrambi sono entusiasti e la clientela li ricambia. «Facciamo di tutto» spiegano «la gente qui intorno ci chiama, e io preparo il riso esattamente come me lo chiedono». A settembre altra apertura che promette di catalizzare turisti e indigeni: in Corte Calle Legrenzi sta restaurando uno degli spazi sfitti Voy, locale raffinato che prima si trovava in Calle del Sale. A chiudere, invece, Ecrù, ristorante che aveva aperto non più di sei mesi fa in via Giordano Bruno sulle spoglie del Celtic Pub e prima ancora del vecchio Excalibur, così come a chiudere dopo solo pochi mesi di apertura, è stata la gastronomia Sale e Pepe. E tra le chiusure estive va annoverato anche il panificio “Non solo pane”, che aveva casa appena fuori via Palazzo. Prima la scritta ferie, poi il cartello “cedesi attività”. Lavori in corso anche all’ex Borsino di piazzetta Pellicani acquistato dall’imprenditore Valter Maritan, ma solo per adeguare l’impiantistica: per ora non è ora dato sapere chi arriverà nel prestigioso spazio cittadino vuoto da troppi anni. —
Marta Artico
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