Duemila i precari nelle scuole veneziane: protesta in campo San Geremia

La Cgil manifesta per contratti e stabilizzazioni aderendo allo sciopero nazionale del comparto istruzione e ricerca

Maria Ducoli
La manifestazione della scuola a Venezia
La manifestazione della scuola a Venezia

Contratto adeguato al costo della vita e lavoro stabile. Queste le richieste del comparto istruzione e ricerca, che questo giovedì 31 ottobre ha incrociato le braccia in tutt’Italia su iniziativa della Flc Cgil. Sono circa 2mila i precari nel mondo della scuola in provincia di Venezia, tra insegnanti e personale tecnico amministrativo, una cinquantina quelli che stamattina sono scesi in presidio in campo San Geremia, a Venezia, per protestare contro la legge di bilancio, che non prevede risorse aggiuntive per l’istruzione e procede invece con i tagli.

«Manifestiamo in 40 piazze» esordisce Edina Kadic, neo segretaria della Flc Cgil veneziana, «per chiedere conto al Governo della legge finanziaria che sta per essere varata. Non ci sono ulteriori fondi per il rinnovo del contratto, avremo un aumento irrisorio, pari al 5%, contro un’inflazione del 16%».

La protesta del sindacato non inizia oggi: lo scorso 9 ottobre era stato proclamato lo stato di agitazione e il 15 c’era stato un incontro al Ministero per un tentativo di conciliazione, fallito, e da qui si è poi arrivati allo sciopero. Sul tavolo non c’è solo il rinnovo del contratto, ma anche il tema del ricambio generazionale: la legge di bilancio prevede un blocco del turnover del 25%. Questo significa che insegnanti e Ata che andranno in pensione nel 2025 non verranno sostituiti e la scuola italiana si troverà ad avere, 5.660 docenti e 2.174 unità di personale tecnico e amministrativo in meno.

«Chiediamo anche una stabilizzazione dei contratti» prosegue Kadic, riportando al centro la piaga del nostro sistema scolastico, la precarietà. Tema che quest’anno più che mai è stato centrale, visto che, al momento delle nomine in ruolo degli insegnanti, il Ministero ha riservato il 25% delle cattedre ai concorsi del Pnrr, ancora in corso. Questo ha comportato una serie di mancate stabilizzazioni di quegli insegnanti che avevano vinto il concorso negli anni precedenti, con graduatorie ancora attive ma “congelate” per dare la precedenza ai colleghi che non hanno ancora ultimato le procedure concorsuali. «Così, il personale docente continua a cambiare e siamo già a novembre. Le nomine possono arrivare anche a dicembre e questo si ripercuote sulla continuità didattica dei ragazzi».

Un grido per l’adeguamento contrattuale e la stabilizzazione è arrivato anche dal mondo della ricerca, con il delegato della Cgil Dario Petrantoni che ha sottolineato anche le difficoltà di ricercatori, dipendenti amministrativi e docenti universitari a contratto, di far fronte ai costi di Venezia con stipendi fermi da tempo.

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