Due anni e quattro mesi al picchiatore

L’italo-americano Dario Hollomon nel 2012 ha aggredito con violenza una coppia in via Dante

Due anni e quattro mesi di reclusione per quella furia umana che un anno e un mese fa, in via Dante, picchiò una coppia mestrina colpevole di aver tentato di convincerlo a smettere di dare calci alle automobili in sosta. I medici dell’ospedale dell’Angelo avevano riscontrato lesioni guaribili in settanta giorni per lui e in trenta per lei. Il 33enne Dario Hollomon, doppia cittadinanza (italiana e statunitense) era stato anche arrestato per lesioni volontarie. Ieri, il suo difensore, l’avvocato Andrea Franco, ha chiesto e ottenuto il processo con rito abbreviato, in modo che il giudice dell’udienza preliminare Barbara Lancieri ha applicato sulla pena finale lo sconto di un terzo previsto per chi fa risparmiare tempo ed energie alla giustizia.

L'uomo era stato sorpreso a danneggiare le auto parcheggiate lungo via Dante e, a causa del fatto di essere stato invitato a desistere da quel comportamento, aveva riversato la sua aggressività su marito e moglie che lo avevano ripreso. Nella vicenda era stato coinvolto anche un anziano di 87 anni, che si stava recando a messa e, richiamato dalle grida degli aggrediti, aveva cercato di difenderli. Identificato dagli agenti del commissariato, in collaborazione con gli uomini delle volanti, era stata chiesta dal pubblico ministero Paola Mossa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che poi il giudice Antonio Liguori aveva concesso. Qualche ora dopo l' aggressione i poliziotti avevano bussato in casa del giovane, che i loro colleghi delle Volanti avevano fermato e controllato poco dopo l' aggressione, non lontano dal luogo del pestaggio. Quando i poliziotti avevano suonato al campanello della sua abitazione, lui stava dormendo e la porta l'aveva aperta la nonna. Gli agenti erano intervenuti in forze, non si fidavano di quel ragazzo di colore. Non si fidavano perché grande e muscoloso, praticava il pugilato e era sempre molto allenato. Ma quella furia di muscoli e violenza stava dormendo. Era stato svegliato e tranquillamente aveva seguito i poliziotti in commissariato. Qui gli avevano chiesto dell'episodio e lui aveva risposto di non ricordarsi nulla di quell' aggressione. L'avevano lasciato andare perché trascorsa la flagranza, ma nel contempo il pm aveva chiesto la misura cautelare, poi eseguita. Il prefetto Domenico Cuttaia aveva ritenuto di contattare telefonicamente le due vittime dell'aggressione per dare la propria solidarietà e per esprimere la stima per lo spirito civico dimostrato dai due.(g.c.)

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