Droga a domicilio nel lockdown arrestati quattro insospettabili

Carlo Mion
La via dello spaccio era tra Favaro, Marcon, Casale sul Sile. Uno spaccio di cocaina a chilometro zero che durava da tempo e che non si è fermato nemmeno durante il periodo di lockdown. I carabinieri della stazione di Marcon hanno scritto la parola fine al traffico eseguendo quattro ordinanze di custodia cautelare due in carcere e due agli arresti domiciliari.
Queste le persone destinatarie delle misure cautelari: Denis Tiveron, 35 anni di Musile di Piave, Flavio Franceschetti, (41), di Maser, entrambi finiti in carcere; Paolo Falcin, (42), di Casale sul Sile e Silvia Zotti, 26 anni di Casale sul Sile. Questi ultimi due sono stati messi ai domiciliari. I quattro praticamente vivevano nell’area compresa tra Favaro e Marcon che secondo i carabinieri avevano trasformato nel loro mercato. Per non destare sospetto variavano molto i luoghi dello spaccio e passavano dalla consegna a domicilio al ricevere i clienti in casa. Sono state eseguite varie perquisizioni nei comuni di Venezia, Treviso, Musile di Piave, Maser, Casale sul Sile, Quinto di Treviso, Trevignano, Paese, Favaro Veneto, Marcon e Jesolo.
L’attività investigativa, dei carabinieri di Marcon in collaborazione con i colleghi di Casale, è durata dall’ottobre 2019 al febbraio 2020 si è basata molto su pedinamenti, analisi di tabulati telefonici e nel sentire come persone informate sui fatti numerosi clienti dei quattro. Oltre ai quattro con misura cautelare ci sono altre quattro persone indagate e che avevano un ruolo secondario nell’attività di spaccio.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri il giro di spaccio durava da almeno cinque anni. Il gruppo si muoveva e incontrava giovani e meno giovani in vari bar della zona a cavallo tra le provincie di Venezia e Treviso e nell’ultimo periodo si era spostato su Favaro. Inizialmente a Gaggio di Marcon. Successivamente quando si è allargato sono cambiate anche le modalità e spesso i clienti andavano nell’abitazione dei quattro o dei loro complici, parte dei quali incensurati. I carabinieri sono stati bravi a sviluppare i numeri telefonici dei cellulari degli indagati e grazie a questi sono stati individuati i numerosi clienti. Il giro era notevole, anche perché il gruppo è passato dalla cocaina ad altre sostanze stupefacenti come Mdma, hashish, marijuana.
Lo spaccio era diventata l’unica attività “lavorativa” del gruppo e si calcola che gli otto abbiano movimentato droga, in pochi anni, per un valore di centomila euro.
Sono state sentite dai carabinieri decine di clienti e ben 103 sono stati segnalati alle prefetture di Treviso e Venezia, come nuovi assuntori di sostanze stupefacenti. —
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