Droga a Chioggia: banconote false per la coca, cuoco picchiato

Andrea Tiozzo Meo Ambrosi avrebbe pagato 150 grammi con 7 mila euro scatenando l’ira di Di Bella e D’Ambrosio. L’episodio non è stato denunciato 

CHIOGGIA. Emergono nuovi risvolti, anche drammatici, dalle intercettazioni dei carabinieri che hanno condotto l’operazione denominata “Tsunami” , che ha portato alla maxi retata di giovedì mattina, alle prime luci dell’alba.

Oltre ai codici, usati dagli indagati per la distribuzione di cocaina o marijuana, gli inquirenti hanno potuto appurare che, oltre all’attività di spaccio, verso chi sgarrava scattavano anche azioni punitive, con minacce e addirittura percosse. È il caso, per esempio, del cuoco Andrea Tiozzo Meo Ambrosi, di 41 anni, raggiunto e minacciato dalle menti dell’organizzazione, Marco Di Bella e Raffaele D’Ambrosio, al ristorante “Sottovento” di Rosolina, dove Tiozzo lavorava.

E in quella occasione Di Bella e D’Ambrosio avevano avuto una discussione piuttosto accesa con il cuoco che, sempre secondo quanto intercettato nelle comunicazioni telefoniche dai carabinieri su disposizione del gip, non aveva pagato una partita di cocaina, o meglio aveva saldato l’acquisto di 150 grammi di cocaina con settemila euro in contanti.

Solo che i soldi erano falsi, circostanza che, naturalmente, aveva mandato su tutte le furie il Di Bella ed il D’Ambrosio, pronti anche a macchiarsi di gravi reati pur di recuperare il denaro che il Tiozzo aveva maldestramente sottratto loro. I due avevano raggiunto il ristorante di Rosolina e, incuranti dei clienti, avevano minacciato il cuoco. I carabinieri, naturalmente, stanno ancora indagando per cercare di capire se vi siano da attribuire a Di Bella e D’Ambrosi, altri capi d’imputazione.

Le percosse, infatti, subite da Tiozzo non sono ancora state confermate, anche se tutto lascia presagire che sia andata davvero così. Difficoltà dovute al fatto che il cuoco 41enne non ha sporto alcuna denuncia nei confronti dei due e quindi la ricostruzione dei fatti non è affatto semplice. Probabile che poi, in qualche maniera, Andrea Tiozzo Meo Ambrosi abbia saldato il suo debito, su come e quando è tutto da chiarire.

In pratica però l’operazione Tsunami ha scoperchiato una sorta di vaso di Pandora, tra mezze frasi, obiezioni e ammissioni, che stanno portando a galla una organizzazione criminale, nella quale Marco Di Bella e Raffaele D’Ambrosio ne erano a pieno titolo i registi, gestendo un giro di denaro da far rabbrividire e che, verosimilmente, attirava molti pesci piccoli come, appunto, il Tiozzo, che pure aveva una propria attività, una propria famiglia, dei figli da crescere, ma che si era fatti illudere dai facili guadagni che, in effetti, la vendita di cocaina e marijuana potevano garantire, salvo non calpestare le regole del gioco.

Andrea Tiozzo aveva cercato di raggirare i complici, probabilmente anch’egli tradito da compratori truffaldini e senza scrupoli, per colpa dei quali però ha rischiato davvero molto grosso. 


 

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