Dottoressa derubata durante il giro visite

MIRANO. «Sono stata derubata mentre svolgevo il servizio in reparto. Mi hanno causato un danno di 1.500 euro, praticamente l’equivalente dello stipendio che ho percepito proprio oggi». Anna Congregalli, 35 anni, di Mirano, medico specializzando in servizio nel reparto di Urologia dell’ospedale di Padova, non riesce a contenere la rabbia dopo quel che le è successo sabato. «Mi hanno rubato la borsa Louis Vuitton, all’interno della quale avevo un portafoglio della stessa marca, un altro Fendi e un braccialetto Tiffany. Oltre ovviamente agli occhiali da sole, ai documenti e a tutte le chiavi, comprese quelle dell’auto».
Il furto è stato commesso nel reparto di Urologia, al quarto piano del monoblocco dell’ospedale patavino. I ladri hanno scassinato gli armadietti e si sono impossessati della borsa del medico.
«Sabato mattina sono stata chiamata dalla mia collega di guardia alle 8.30. Aveva la febbre e mi ha chiesto se la potevo sostituire», racconta Anna Congregalli, «sono arrivata in ospedale alle 10.30, mi sono cambiata e ho chiuso la borsa in un armadietto nell’ala di Urologia dedicata ai pazienti pediatrici. La consideravo una soluzione sicura, nonostante tutto ciò che si sente qui in ospedale».
Ma la trentacinquenne è stata smentita qualche ora più tardi, verso le 14. «Sono tornata nello spogliatoio e ho visto che l’armadio era stato forzato. La mia borsa era sparita con tutto ciò che conteneva. Dovendo coprire il turno dalle 8 alle 20 mi ero portata via tutto l’occorrente per uscire la sera. Non voglio lanciare accuse a nessuno, dico soltanto che noi medici siamo lì per lavorare e facciamo turni di dodici ore. Sarebbe bello almeno avere la certezza di non correre il rischio di essere ripuliti ogni volta».
Anna Congregalli ha presentato la denuncia al posto di polizia dell’ospedale ma le speranze di tornare in possesso delle sue cose, ovviamente, sono nulle. «Per questo ci tengo a denunciare pubblicamente quanto accaduto: perché serva da monito anche ai miei colleghi. Purtroppo non possiamo fidarci nemmeno più degli armadietti chiusi a chiave».
Quello dei ladri in ospedale a Padova è un fenomeno ben noto, la cui gravità è emersa solo in quest’ultimo mese. I furti avvengono a cadenza praticamente quotidiana: pazienti derubati, dipendenti derubati, parenti dei degenti derubati. Da lì sparisce di tutto: telefoni cellulari, biciclette e persino i giochi dei bambini. Il tutto è reso possibile anche dal fatto che le telecamere ci sono, ma non possono registrare per motivi di privacy. Il nuovo questore di Padova Ignazio Coccia, compreso il problema, ha deciso di dare un giro di vite. Dunque sarà aperta un’apposita indagine sui furti in ospedale: scenderanno in campo gli uomini della Squadra mobile di Marco Calì con i colleghi del posto di polizia. C’è già stato un primo incontro con il direttore dell’Azienda ospedaliera Claudio Dario e a breve potrebbero essere avviate le prime attività per arginare il fenomeno. Non è escluso che si parta proprio con un piano di videosorveglianza in alcune aree non soggette a limitazioni per la privacy.
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