Dormitorio di Marghera, ridotti i posti letto

MARGHERA
Al dormitorio per senza tetto di Marghera nessuno fra gli ospiti è risultato positivo al coronavirus da quando si è scatenata la pandemia. Un risultato di gestione davvero sorprendente.
Prima dell’emergenza il dormitorio di Marghera ospitava 24 senzatetto, ora quelli stabili sono 14. «Nella nostra struttura a causa delle misure di distanziamento sociale previste per il contenimento del Covid 19, a differenza di quanto non c’era la pandemia, ora sono presenti 14 persone», spiega Francesco Vendramin, responsabile della struttura “Papa Francesco” gestita dalla Caritas. «Altre 5 allo scoppio dell’epidemia le abbiamo dislocate in un appartamento ad uso comune che abbiamo trovato a Mestre».
I controlli assicura nell’edificio di Marghera, assicura Vendramin, sono costanti. «I tamponi agli ospiti vengono fatti a tutti, scrupolosamente, nel momento in cui si entra nella struttura» continua «La temperatura è rilevata quotidianamente e se ci sono dei sintomi scattano ancora controlli con nuovi tamponi. Ad ora i tamponi sono stati tutti negativi».
Il referente delle struttura Caritas sottolinea come se in otto mesi non si sia avuto un solo caso Covid, è dovuto anche a particolari accorgimenti.
La mensa del dormitorio di Marghera funziona anche per gli “esterni” alla comunità Papa Francesco. Non entrano comunque nella struttura persone con oltre 37, 5 gradi di temperatura, neanche solo per mangiare, per questo ci sono controlli con termoscanner. Ogni giorno, dalle 16 alle 18.30 arrivano circa 70 persone in grandi difficoltà economiche.
Per accedere al servizio mensa si mettono in fila e aspettano rispettando i distanziamenti sociali. Quando queste persone entrano in mensa, gli ospiti stabili che sono alloggiati nel dormitorio, non possono uscire per evitare contatti e portare il virus all’interno della comunità. «Siamo riusciti spiegando bene la situazione con molta precisione e distribuendo fra gli ospiti mascherine e gel» conclude Vedramim «In questo modo siamo riusciti a garantire comportamenti responsabili che, a differenza di altre comunità simili, qui a Marghera hanno permesso di evitare pericolosi focolai nel dormitorio». —
Alessandro Abbadir
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