Azienda tessile chiude a Cavarzere, 20 lettere di licenziamento alla dipendenti

Il 30 giugno chiude definitivamente la Fashion Star, che lavorava per grandi marchi. Le lavoratrici hanno ricevuto la comunicazione solo il 19 giugno. L’allarme della Femca Cisl: «Meccanismo strutturato che permette alle aziende di addossare costi e gestione dei fallimenti a carico della collettività»

Francesco Coco, segretario della Femca Cisl Venezia
Francesco Coco, segretario della Femca Cisl Venezia

Chiude a Cavarzere la ditta Fashion Star di Jie Yongshi, azienda avviata circa due anni fa e che lavora con grossi marchi del settore.

Giovedì 19 giugno sono state consegnate le lettere di licenziamento alla ventina di lavoratrici, scrivendo che il 30 giugno prossimo l’impresa cesserà di esistere.

Un fatto che preoccupa la Femca Cisl Venezia (Federazione energia, moda, chimica e affini) perché, come rileva il segretario generale di categoria, Francesco Coco, da circa un decennio è diventato leader nel settore delle chiusure e riaperture, con cadenza biennale o triennale, di ditte del comparto tessile.

«Da anni – spiega Francesco Coco – come Femca Cisl denunciamo questa anomalia con appelli e inviti a trovare una via d’uscita sia alle istituzioni locali che agli organi competenti. Ad oggi nulla è cambiato. C’è un meccanismo ormai strutturato, che permette alle aziende di addossare i costi e la gestione dei fallimenti tutto a carico della collettività. La Fashion Star ha da sempre mostrato segnali strani, a partire dal non voler usare gli ammortizzatori sociali quando vi era la necessità, dicendo alle persone che pur di non avviare la procedura della cassa integrazione, si sarebbe fatto carico degli stipendi. Un film già visto in passato».

Non solo, le dipendenti della Fashion Star arrivano già da altre esperienze di fallimenti aziendali pregresse e questa sarebbe un’altra tegola. «Ma noi vorremmo anche capire – si chiede Coco – perché in uno stesso luogo, aprono e chiudono attività di continuo. Le aziende committenti lo sanno. Negli ultimi anni si è perso circa il 60 per cento delle aziende e crediamo che a non rendere attrattivo il territorio sia proprio questo meccanismo di imprenditoria. Ad oggi, i dati preoccupanti sono dovuti a diversi fattori, quello occupazionale e quello dello spopolamento ma soprattutto quello del reperimento di nuove risorse. I giovani non credono più al nobile mestiere del comparto tessile in quanto da anni vedono sparire e riapparire aziende. Anche questa è una forma strutturata di precarietà e di sicuro va attenzionata dagli organi competenti».

E il futuro del tessile a Cavarzere e dintorni continua a preoccupare la sigla sindacale.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia