Don D’Antiga, inizia il processo davanti al tribunale della Chiesa

Entra nel vivo lo scontro tra il Patriarcato e don Massimiliano D’Antiga. Oggi, infatti, inizierà il procedimento canonico che coinvolge l’ex parroco di San Salvador. Sotto la lente di ingrandimento finisce la sua reazione dopo il trasferimento deciso il 9 dicembre dal Patriarca Francesco Moraglia. È padre Bruno Esposito, domenicano consultore di vari organismi nella Santa Sede, il giudice incaricato di istituire il processo. Ad assisterlo, monsignor Davide Salvatori (bolognese, giudice della Sacra Rota Romana) e monsignor Davide Cito (professore di diritto canonico nella pontificia università Santa Croce). A sceglierli è stato il Patriarca in persona. Per evitare coinvolgimenti e a garanzia della massima neutralità, i tre non hanno rapporti con la diocesi veneziana né del Triveneto.
Tutto nasce a dicembre 2018, quando il Patriarcato decide di accorpare parrocchie e comunità di fedeli a causa del calo della popolazione di residenti e della penuria di preti. Nella nuova redistribuzione, l’area marciana arriva a comprendere sotto un’unica egida San Moisè, San Zaccaria e San Salvador. Da quest’ultima viene rimosso don D’Antiga, a cui è chiesto di prendere servizio nella basilica di San Marco. Ne nasce un polverone, con le proteste dei fedeli legati da anni all’ex parroco. Che, di tutta risposta, rifiuta il trasferimento. Seguono manifestazioni, richieste di chiarimento, tentativi di mediazione. Tutto, però, finito in un nulla di fatto. Da qui, la decisione di ricorrere al tribunale ecclesiale. San Marco, infatti, ha fatto sapere che «il percorso extragiudiziale canonico per giungere a una serena valutazione dei fatti» è stato un atto dovuto. Niente rancori personali, quindi. Anche a costo di dover togliere, a forza, l’abito talare a don D’Antiga. «Frastornato», così si era detto l’ex parroco, appresa la notizia. E adesso? Il giudice incaricato contatterà le persone coinvolte, avvierà gli interrogatori, preparerà le istruttorie del caso. Poi avrà luogo il procedimento pubblico a porte chiuse e alla fine verrà emessa la sentenza. Dopo il primo grado, don D’Antiga e il suo consulente legale, avranno eventualmente la facoltà di presentare ricorso alla Congregazione per il Clero. —
Eugenio Pendolini
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