Domani l’addio a Mauro ed Emanuele

MIRA. Per una vita sono stati dimenticati da tutti, dai parenti, dai vicini di casa e dal Comune di Mira che li ha “sigillati” nell’appartamento quando erano già morti. Da morti però la solidarietà è arrivata. È questo il paradosso dei funerali che si terranno domani alle 15 a Gambarare per i fratelli Mauro ed Emanuele Gallina di 41 e 44anni, morti nell’appartamento Ater in via Borromini 10 a Mira Porte, e trovati solo dopo tre mesi, quando i cadaveri erano già in avanzato stato di decomposizione. I due dopo la morte della mamma disabile, nel 2012, erano caduti nell’indigenza più assoluta. Avevano chiesto aiuto al Comune che aveva concesso un contributo per l’affitto. Poi non si sono fatti più sentire. Erano scomparsi, forse depressi o colpiti da una stanchezza di vivere che li aveva sopraffatti. In difficoltà e con lavori saltuari chiedevano aiuto a tutti senza gridare. E forse questo è stato il loro errore. Perché ormai ottiene di più chi grida più forte. Chi anche avendo meno bisogno di altri, assalta gli uffici dei Servizi Sociali ripetutamente, finché non ottiene qualcosa. A Mauro ed Emanuele avevano tagliato la luce e il gas perché non avevano pagato le bollette e quella casa in pieno inverno, è diventata la loro tomba. Dopo la loro morte in questi giorni a Mira del caso si è discusso molto e sono scoppiate polemiche, qualcuno ha annunciato esposti. Imprese funebri e privati si sono offerti di apagare il funerale. Poi di fronte alle tante critiche anche il Comune ha fatto la sua parte promettendo di saldare. «I soldi che sono già stati donati da una donna di Venezia», spiega l’operatore funebre Paolo Lucarda, «serviranno per due tombe meno misere di una semplice croce di legno». Una magra consolazione vien da pensare, per due vite che con un po’ più di attenzione da parte di tutti, potevano essere salvate. (a.ab.)
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