Ditec, il governo soccorre i lavoratori «Resti a Quarto»

Incontro al Ministero a Roma: «Parleremo con la Svezia» Sindacati delusi, oggi assemblea e due ore di sciopero

di Marta Artico

QUARTO D’ALTINO

E’ decisa ad andare avanti per la sua strada la Assa Abloy, la multinazionale che controlla la Ditec di via Pascoli e che ha deciso di dislocare la produzione per metà in Repubblica Ceca e per metà in Cina. Ieri pomeriggio a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo, si è tenuto un incontro tra l’azienda, le Rsu, la Cgil e gli enti a più livelli, Comune, Provincia e Regione, che si stanno occupando della vicenda, decisi a dare una mano ai lavoratori e alle loro famiglie. Presenti l’assessore Elena Donazzan, l’assessore Paolino d’Anna, il sindaco di Quarto Silvia Conte.

«Ho ribadito – spiega d’Anna – che questa situazione è inaudita e vergognosa, una multinazionale non può comportarsi in questo modo, comunicare per mezzo di un volantino senza firma che sposterà la produzione. Queste multinazionali non possono fare quello che vogliono. Tra l’altro – prosegue – parliamo di una azienda in utile, che va via dall’Italia perché vuole guadagnare ancora di più. Il responsabile risorse umane della Ditec EntreMatic ci ha spiegato che non hanno ancora formulato un piano e che serviranno due mesi, ma mi domando, due mesi per cosa?».

D’anna è stato abbastanza duro con l’azienda. «Forse – prosegue – è perché in tre anni ho affrontato 1.200 vertenze».

«La cattiva notizia – chiarisce il sindaco Silvia Conte – è che l’azienda non ha cambiato idea la buona è che siamo tutti (sindacati, enti e dipendenti) sulla stessa linea. Noi non vogliamo discutere di esuberi, ma di sviluppo, vogliamo che la produzione rimanga qui. Il Ministero si è impegnato a parlare con il Governo Svedese e con la proprietà, per far ritirare il Piano».

«L’incontro è andato male – commenta Giuseppe Minto (Fiom Cgil), mancava l’amministratore delegato dell’azienda e il responsabile delle risorse umane ha detto che si deve guardare avanti, che il piano rimane quello della multinazionale e che devono procedere. Noi riteniamo che questo deve diventare un caso nazionale, contrasteremo questa scelta».

Conclude: «Non vogliamo che nessun pezzo di produzione vada via da Quarto». I lavoratori sull’azione di Roma e le possibili pressioni del ministero del Lavoro, ci contano. «Da una parte – prosegue Fabrizio Bergamo delle Rsu della Ditec – il Governo ha preso posizione e sta dalla nostra parte, dall’altra l’azienda ha ribadito che la produzione sparirà dal nostro territorio e più in generale dall’Europa e continuerà a vivere in altre forme e che bisogna prenderne atto. Noi, comunque, non ci arrendiamo. Tutt’altro. Se chiudono l’azienda, cosa ci rimane? Dove andiamo a finire?». Quest’oggi la Ditec ha proclamato assemblea e due ore di sciopero. Sul tappeto dunque, ci sono un pacchetto di iniziative che verranno messe in atto sin da subito

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