Disdotona, l’ormeggio fa saltare i conti Querini in difficoltà

Diecimila euro per «parcheggiare» la disdotona. E la gloriosa società Canottieri Querini rischia la chiusura. Sei mesi dopo la protesta, gli incontri, le promesse, la situazione non è cambiata di molto. Il Demanio militare ha rinunciato agli aumenti, ma non al canone. Per ormeggiare l’ammiraglia della voga veneta lagunare dentro l’Arsenale, la Marina militare ha deciso di applicare un canone. E la Querini, già in gravi difficoltà economiche e alle prese con un calo dei soci, non ce la fa. «Abbiamo chiesto un incontro al Comune», dice il presidente Marco Ghinami, «aspettiamo risposte. Non vogliamo fare la parte di chi protesta, ma non ci sembra giusto assumerci il costo per l’ormeggio di quella che è la barca più rappresentativa della città». Utilizzata in tutte le manifestazioni ufficiali e nei cortei acquei di rappresentanza. Per l’arrivo di papi e capi di Stato. E spesso per ospitare anche grandi personaggi dello sport, autorità. La mobilitazione è ricominciata in questi giorni, nello storico cantiere di Cannaregio. I soci e i dirigenti si sono ritrovati solidali per asciugare l’acqua venuta dal tetto con i fortunali di domenica e lunedì scorso. Si sono allegate le palestre e gli spogliatoi degli atleti. E adesso occorre riparare i danni.
La Canottieri Querini è una delle più antiche società lagunari di canottaggio e voga veneta. Fondata nel maggio del 1901, ha nel suo albo d’oro decine di titoli italiani, europei e mondiali di canoa e kajak, jole e canottaggio. E delle mitiche Venete. Le barche di inizio Novecento che si usavano molto in laguna, prima dell’avvento dei motori e del moto ondoso. Nel cantiere della Querini si possono ammirare esemplari di un secolo fa, coppe, medaglie e allori. Un mondo che fatica a sopravvivere. Qualche anno fa a fianco alla Querini ha aperto la Coop. I clienti e i turisti per andare al supermercato devono passare davanti al cantiere. I motoscafi che passano davanti alla sede della società hanno demolito anche la protezione in legno sistemata qualche anno fa per consentire agli atleti di mettere in acqua le barche senza essere travolti dalle onde. E adesso il conto salato per la disdotona. «È un simbolo della città, ci aiutino», dice il presidente. —
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