Discarica abusiva in Sacca San Mattia accuse prescritte

Sotto accusa l’imprenditore Giuseppe Severin che gestiva  l’area demaniale coperta di colline di rifiuti pericolosi: ma è passato troppo tempo

MURANO

La prescrizione - in alcuni casi già scattata, in altri ormai prossima - spazzerà presto via ogni pesante accusa penale per la contestata violazione di una lunga serie di reati ambientali, che la Procura ha mosso all’imprenditore trevigiano Giuseppe Severin, quale titolare della Sgs, società che aveva ottenuto dalallora Provincia l’autorizzazione per gestire l’area demaniale di Sacca San Mattia per lo smaltimento di rifiuti inerti. Per il pm Gava, la sacca era stata trasformata in una discarica abusiva di rifiuti pericolosi: piombo, lana di roccia, motocicli in tale quantità, da accumulare a fronte delle 550 tonnellate di rifiuti stoccabili autorizzati, una collina di oltre 4700 tonnellate di rifiuti. E, ancora, scarti utilizzato come marginamento dell’isola, determinando degrado. Poi - qua e là- barre di ferro, caldaie, pneumatici, lamiere ondulare, cucine a gas, bombole, blocchi di cemento, cumuli di apparecchi elettronici e di vetro. Il tutto in un sito sottoposto a tutela paesaggistica.

Ieri, il giudice ha accolto la tesi dell’avvocato difensore Pier Vettor Grimani, ovvero che per i reati più “antichi” (che risalgono al 2011) la prescrizione è già scattata e per gli altri scatterà prima della conclusione del procedimento. Così l’udienza è stata formalmente rinviata a settembre 2019, ma solo per ratificare l’avvenuta prescrizione.

Il nome dell’imprenditore era tornato di attualità nei mesi scorsi, nell’ambito dell’inchiesta “Bloody Money”, realizzata da Fanpage su traffico e smaltimento di rifiuti usando come infiltrato l’ex camorrista Nunzio Perrella, che in Veneto era venuto in contatto con la faccendiera Grazia Canato, che gli aveva proposto di investire nel progetto di un Terminal a Marghera, su terreno di proprietà dell’imprenditore Severin. —

Roberta De Rossi

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