«Dipendenti dell’ex Provincia senza lavoro e servizi a rischio»

Domani, domenica, si elegge il nuovo consiglio metropolitano di Venezia. I circa 700 “grandi elettori”, chiamati alle urne in via Forte Marghera per votare, troveranno davanti agli uffici della Provincia, la Rsu e i sindacati presenti con un presidio e un volantinaggio per chiedere «una verifica urgente, appena eletto il consiglio, per affrontare le tante questioni irrisolte con la creazione della Città metropolitana». Verifica che Cgil, Cisl e Uil e la Rsu sollecitano anche al sindaco metropolitano Luigi Brugnaro a cui chiederanno un confronto urgente, nonostante i rapporti ultimamente siano tesi per le vicende veneziane.
«Siamo portatori di una forte preoccupazione. Alla città metropolitana arriviamo con un pesante ritardo. Il presidente della Regione Zaia non ne ha fatto accenno in campagna elettorale e ora, rieletto, non affronta la questione, fondamentale, del riordino delle funzioni. Non si parla neanche di personale e di fondi ma noi segnaliamo il rischio di non tenuta del bilancio e di dismissioni di servizi ai cittadini. Anche Brugnaro non esprime la sua idea di città metropolitana», dicono i sindacalisti Giancarlo Da Lio e Alessandro Peruzzi. Il numero dei dipendenti della ex Provincia è sceso da 516 a 350. Otto le persone che da aprile 2014 sono in pensione. Dieci rientrano nei requisiti Fornero per la pensione negli anni 2015-2016; altri 53 hanno i requisiti pre Fornero.
Il futuro è incerto per i 64 lavoratori del settore Lavoro e dei Centri per l’Impiego. Dovrebbero chiudere gli uffici di Venezia e Jesolo accorpati a Mestre e Riviera. E la formazione professionale che fine farà? I 32 agenti di Polizia provinciale dovrebbero alla Polizia locale dei 44 Comuni con la previsione di sciogliere il corpo il 1° ottobre. «La nostra è una professionalità diversa da quella dei vigili. Si rischia di lasciare la tutela ambientale senza controlli. La caccia aprirà la terza settimana di settembre e i controlli ci saranno solo per i primi dieci giorni», segnala Davide Ravagnan. Per il personale servono due milioni e mezzo di euro, conteggia Stefano Zane. Quasi un milione di euro è per la formazione professionale, 770 mila euro per il settore turismo (23 dipendenti), centomila euro per l’assistenza a giovani disabili (120 famiglie coinvolte). Voci di bilancio oggi sospese.
«Potrebbero essere più di un centinaio i dipendenti che non avrebbero una nuova collocazione dopo la dismissione della Provincia», denunciano da Cgil, Cisl e Uil. Con ricadute sui servizi ai cittadini. «Promesse e aspettative di futuri provvedimenti dai tempi e dai contorni incerti sono quel che i lavoratori ricevono come risposta da qualche mese». Alla politica si chiedono certezze, scelte, idee forti e tempi veloci. «Pensare in termini di area vasta è una scommessa troppo importante. Ma serve una visione politica che vada oltre il singolo campanile».
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