«D’inverno qui è la morte civile»

PORTEGRANDI. Michele Chinellato, è uno dei due unici abitanti del borgo vecchio di Portegrandi, dove risiede per lavoro. È il guardiano della conca, colui che apre la chiusa laddove il Sile entra nel Silone, l’acqua salata si mescola a quella dolce e i “cavedani” (buoni ma troppo spinosi) cedono il passo ai più comuni cefali. La chiusa è demaniale, il salto d’acqua che si produce può generare un dislivello anche di un metro e mezzo, perciò serve una persona assunta da Sistemi territoriali, ex Genio civile, per aprire e chiudere le porte, registrando barche, trascrivendo giorno dopo giorno meticolosamente ogni passaggio.
La sua abitazione se ne sta in continuità con il borgo vecchio, una casa del Novecento enorme, restaurata quando il suo predecessore smise di lavorare. Di fronte c’è un piccolo box, da dove manovra le chiuse. All’interno un tavolino con due grandi registri. «Nei giorni feriali» racconta «passano venti imbarcazioni, 40 tra andata e ritorno; nei giorni festivi il movimento raddoppia». «Io lavoro dal lunedì al venerdì, il weekend esco in barca e il passaggio è affidato a una ditta privata». Gli straordinari evidentemente, costerebbero troppo.
Chinellato ha fatto il nautico a Venezia nel lontano 1977. Fino al 2003 ha navigato come ufficiale di macchina per i traghetti, la Motia, la Vecchia Adriatica, poi per una grossa draga che è stata disarmata. «Così nel 2003 sono stato ricollocato e mi hanno spostato al servizio di ufficiale idraulico». Dietro di lui una piastra con grandi bottoni. «Per far passare una barca ci vogliono circa sette minuti, si chiude il lato monte per far scaricare l’acqua e poi si alzano le paratie lato valle». In estate lavora dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 19. In inverno continuato 8-14, poi fino alle 17.30 prende l’auto e va a controllare le conche tra Jesolo Cavallino e Bibione. Tantissimi i barconi noleggiati, i cosiddetti hous-boat. «Li prendono gli stranieri» racconta «molti tedeschi li noleggiano a Casier, poi fanno le vacanze così, a loro piace. A settembre c’è il boom, mangiano nei ristoranti lungo i fiumi, visitano le lagune e di notte si fanno mangiare dalle zanzare. La maggior parte non sa guidare, qualcuno cade in acqua mentre si avvicina alla banchina ma si sporge troppo e si sbilancia, così gli lancio il salvagente».
Guarda il borgo: «È tutto abbandonato, lavori partiti, lasciati lì da anni» racconta «qualche giorno fa ho saputo che un francese aveva comperato tutto all’asta per fare chissacosa, ma sento queste storie da molti anni. In inverno qui è la morte civile». Lui sorveglia la postazione con Argo, il suo cagnolone. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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