Dimezzati i tempi di ricovero grazie al protocollo Eras

CHIOGGIA. Quasi dimezzati i tempi di ricovero per i pazienti operati adottando il protocollo Eras. In 41 interventi oncologi al colon retto e allo stomaco eseguiti nel 2019 seguendo il protocollo, i tempi di ricovero si sono ridotti da 10 giorni a 6. Il protocollo Eras (Enhanced recovery after surgery) consente di migliorare il recupero post-intervento seguendo il paziente prima e dopo l’operazione, consigliando una dieta e uno stile di vita corretti, che consentono di prepararlo al meglio ad affrontare l’intervento e a rimettersi in forma.

È un protocollo molto diffuso nel Nord Europa e da un anno è stato adottato anche dalla Chirurgia di Chioggia.

«Il protocollo mette davvero al centro il paziente», spiega il primario di Chirurgia, Salvatore Ramuscello, «permettendogli di riprendere in tempi più rapidi le funzionalità e l’autonomia, pensiamo agli anziani soprattutto, per un ritorno alle attività quotidiane. L’Eras richiede una sorta di équipe multidisciplinare con diverse professionalità: chirurghi, anestesisti, oncologi, internisti, geriatri, radiologi, infermieri, oss, nutrizionisti, fisioterapisti, enterostomisti, riabilitatori del pavimento pelvico. E prevede la collaborazione attiva del paziente e dei suoi familiari per ottenere il migliore risultato, basandosi su alcuni accorgimenti che devono essere presi nella fase precedente e in quella successiva all’intervento».

Oltre alla dieta, allo svolgimento di attività fisica e alla definitiva rinuncia al fumo, il paziente qualche settimana prima dell’intervento programmato viene accolto in Chirurgia per far conoscere il luogo del ricovero e i professionisti che lo avranno in cura, riducendo lo stress psicofisico legato alla degenza. Viene effettuata una valutazione dello stato nutrizionale e fisico per migliorare, se necessario, alcuni parametri. Il paziente quindi visto come ospite.

«Un paziente preparato», spiega il dottor Ramuscello, «con uno stato nutrizionale adeguato e uno stato fisico e respiratorio migliorato, riduce il rischio di complicanze polmonari e infettive. Nel percorso si presta anche particolare attenzione al controllo del dolore». —

Elisabetta B. Anzoletti

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