Diagnosi sbagliata, un milione alla paziente

JESOLO. Errore di valutazione al pronto soccorso, una anziana di Jesolo vince la sua battaglia e ottiene un risarcimento da un milione di euro. G.S., all'epoca dei fatti, aveva 69 anni, nell'aprile 2006, e oggi vive in una casa di riposo, invalida al 100 per cento.
Stava svolgendo le quotidiane occupazioni domestiche, quando avvertì un forte mal di testa. Il marito l'aveva accompagnata nel pomeriggio al pronto soccorso dove fu riscontrata una pressione sanguigna superiore ai parametri. Le furono somministrate due flebo e poi dimessa.
Nei giorni successivi, la donna ha continuato ad avvertire forti cefalee che la costrinsero a tornare al pronto soccorso dell’ospedale di Jesolo.
Sottoposta a TAC encefalo, le fu diagnosticata un'emorragia sub aracnoidea (ESA), immediatamente trasferita nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Mestre, per accertamento mediante angio Tac, che ha confermato un duplice aneurisma dell’arteria cerebrale media bilaterale, con verosimile lacerazione.
Seguì un improvviso e acuto episodio di cefalea, perdita di coscienza, una delicata operazione chirurgica prima dello stato di coma.
Il 7 dicembre l’anziana è stata riconosciuta invalida al 100%, in quanto affetta da minorazione di carattere fisico tali da determinare una riduzione dell’autonomia personale e da rendere necessario un intervento assistenziale permanente. Il marito e le cinque figlie si sono rivolte all'avvocato di San Donà, Marina Ottaviani, per la querela.
Il procedimento era stato inizialmente archiviato dal pm, pur riconoscendo «una negligenza medica da parte dei sanitari per omessa effettuazione di esami strumentali quali Tac cerebrale». Hanno allora agito civilmente nei confronti dell'Asl 10 notificando l'atto di citazione nel marzo del 2011. Hanno dimostrato che i sintomi sono stati sottovalutati senza i necessari accertamenti.
«Tale omissione», spiega il legale, «ha rappresentato un vero e proprio errore professionale, che ha determinato il ritardo nell’intervento permettendo così l’insorgenza della recidiva con il conseguente coma. In atto di citazione sono stati richiesti i danni patrimoniali, e non, della signora, del marito e delle cinque figlie per un totale di oltre due milioni di euro. Nell'ambito del procedimento civile avanti il tribunale di San Donà è stato nominato il consulente tecnico di ufficio. L'assicurazione dell'Asl 10 ha preso contatto e, al termine delle trattative, ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro».
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