Darsena, fallisce un altro pezzo Non decolla il mega progetto

ALTINO. A febbraio è stata dichiarata fallita la Marina di Portegrandi Srl, giovedì scorso è stata dichiarata fallita la Vivaldi Srl, “ed è fallenda” fa sapere il curatore dall’ufficio veneziano “anche Nautiche Portegrandi Srl”.
Un sogno che sfuma, quello di realizzare un progetto mastodontico, che prevedeva unità abitative e persino un albergo a 4 stelle in una zona che per la posizione strategica e la bellezza non teme confronti. Un piano dal quale il Comune doveva incassare tanti oneri di urbanizzazione quanti non aveva visti mai nessuna conciliatura. Tutto finito in una bolla di sapone.
A scagliarsi contro l’amministrazione, è la Lega Nord altinate, che proprio ieri è uscita con una nota ufficiale: «Con il fallimento della società Vivaldi, proprietaria delle aree che circondano la Conca di Portegrandi, si chiude definitivamente il cosiddetto Piruea che, a fronte del recupero del piccolo borgo antico, consentiva la edificazione di ulteriori 200 mila metri cubi di cemento. L’approvazione di questa speculazione immobiliare si era resa possibile grazie alla complicità dalla precedente amministrazione (Marcassa), ma ancor di più dal sostegno della attuale governance politica guidata dal sindaco Silvia Conte, che ha voluto concedere proroghe su proroghe alla società oggi fallita, da anni inadempiente agli obblighi di realizzazione di consistenti opere di urbanizzazione».
E ancora: «Opere importanti sottratte alla qualità della vita dei cittadini di Portegrandi, come la rotonda per Jesolo che sbloccava il difficile traffico del fine settimana, il grande parco naturalistico - sportivo, la pista ciclabile che dall’alzaia del Sile di Trepalade si congiungeva al nuovo Polo Museale di Altino e dove la Regione ha investito 3,6 milioni di euro per rilanciare un’area strategica per l’economia locale e non solo». «L’amministrazione comunale», conclude la Lega, «avrebbe dovuto far valere gli interessi dei cittadini mediante l’incasso delle fidejussioni della società Vivaldi a garanzia della realizzazione delle opere pubbliche. Nel caso non lo avesse fatto, adesso si ritroverebbe con il cerino in mano, rendendosi così responsabile di un grave danno al paese».
«Abbiamo proceduto alla riscossione delle fidejussioni» ribatte la sindaca, Silvia Conte, «ma non le abbiamo incassate perché l’assicurazione si è opposta. Oltre alle fidejussioni abbiamo anche crediti di Ici non pagata dalla Vivaldi, che valgono a prescindere dal fallimento, ci faremo valere, vogliamo andare fino in fondo. Come abbiamo sempre detto il Piruea a nostro avviso non era sostenibile né dal punto di vista economico né ambientale né socioeconomico».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia