Danni e pignoramenti la guerra dei due Filippi

Una sentenza dà torto a Franco, uno degli eredi dell’editore di testi veneziani «Dovrò chiudere la libreria». La madre: «Se chiede scusa lo posso perdonare»
Di Alberto Vitucci
Interpress/Mazzega Venezia, 18.04.2017.- Ligreria Filippi in Calle del Paradiso
Interpress/Mazzega Venezia, 18.04.2017.- Ligreria Filippi in Calle del Paradiso

VENEZIA. Un’altra libreria chiude i battenti. Ma stavolta non è soltanto il mercato e l’invasione del turismo a decretarne la fine. Ma una lite «editorial-familiare» tra gli eredi della storica libreria di Luciano Filippi, oggi in calle del Paradiso, editrice dei più preziosi e unici volumi sulla storia di Venezia.

Il Tribunale civile ha accolto la denuncia presentata da Angelica Sorgente, la moglie di Luciano scomparso nel 2005, e di suo figlio Gianni, e intimato all’altro erede – Franco Filippi – di restituire 65 mila euro e chiudere la casa editrice. «Mi hanno pignorato la libreria dove esercito la mia aittività di editore dal 1993, in Casselleria», scrive Franco in un memoriale-denuncia, «ma soprattutto mi viene impedito di utilizzare la dicitura Libreria Fillipi editore». «Per la sentenza del Tribunale la mia iscrizione alla Camera di commercio dopo 35 anni non è valida, non è valida l’iscrizione agli editori, le tasse che ho pagato. Il mio lavoro di una vita era soltanto uno scherzo». Un grido di dolore. E una cronistoria di quanto ha significato il nome Filippi per l’editoria veneziana. «Nel 1970 ero già direttore del Periodico di Storia e curiosità veneziane», dice Filippi, «avevo cominciato come apprendista di mio padre nella libreria di corte del Milion». Poi arrivano i volumi e le ristampe preziose, sempre con il logo della famiglia. Ma nel febbraio 2005, alla morte del fondatore, le cose cambiano. Comincia una lunga guerra giudiziaria tra gli eredi su chi abbia il diritto ad usare il marchio Filippi. Alla fine il Tribunale dà torto a Franco. «Non abbiamo cominciato noi», replica il fratello Gianni, «quando uno fa ricorso agli avvocati mette in conto che può anche perdere».

«Non era mia volontà, ci siano stati costretti», dice la madre Angelica, «io sarei anche disposta a perdonare se lui la smettesse. Se chiede scusa per le parole che ha scritto su di noi lo perdòno»». Caratteri difficili e una serie di episodi che rendono difficile la «pace». Franco lamenta di essere stato escluso dall’eredità, il fratello di episodi che non vanno nella direzione di ricucire i loro rapporti. «Ha stampato in quarta di copertina la scritta contro di noi», dice. Intanto una delle due librerie, quella in Casseleria, rischia di chiudere per sempre. «Non posso più esercitare la mia attività», dice Franco disperato. Un passato di ricercatore e inventore, studioso dell’arte veneziana, esperto di storia e tradizioni della sua città. Dall’altra parte, la storica libreria con i titoli ancora oggi richiesti in tutto il mondo che prosegue l’attività del fondatore Luciano. Una guerra approdata in Tribunale. Per salvare la libreria di Franco Filippi adesso ci vorrebbe un miracolo.

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