Dal re delle insalate i soldi per restaurare il Gobbo di Rialto

L'imprenditore Paolo Tamai neo arrivato nel gruppo di «Veneziani x Venezia», animato da Fondaco
Paolo Tamai (a destra)
Paolo Tamai (a destra)
 Di giorno, sulla sua schiena, saliva il banditore per declamare le leggi della Serenissima. Di notte, la statua veniva ricoperta di messaggi di lazzi, denunce morali e politiche: il Gobbo di Rialto veglia da quasi 5 secoli sull'area del mercato, in campo di San Giacometto. Ora ha bisogno di essere ripulito e consolidato: a finanziare il restauro sarà Paolo Tamai, un'imprenditore dell'agricoltura con campi a Mira e Quarto, che la sua insalata la vende lavata, tagliata e imbustata nei negozi e supermercati di Venezia e Cavallino, con il logo «Gli Orti di Venezia». Tamai è, infatti, l'ultimo - in ordine di tempo - dei «Veneziani x Venezia», il gruppo di imprenditori coinvolti da «Fondaco» in progetti di recupero della città: 7 sponsorizzazioni per una quindicina tra pozzi, statue e caminetti del Ducale, colonne delle Piazza. «In un momento così delicato per Venezia, queste risorse private sono una terza via al finanziamento pubblico e a quello dei comitati internazionali», osserva Enrico Bressan, «l'imprenditore si fa protagonista di un gesto concreto utile non solo alla propria attività, ma all'intera comunità». «Volevo sfidare il luogo comune che vuole Venezia come una città da sfruttare», racconta Tamai, «A Venezia vendiamo i nostri prodotti e volevo dare un messaggio ai nostri clienti: è possibile, con un gesto normale, contribuire al mantenimento della città, senza la quale non ci sarebbe né turismo né impresa». Silenzio sul contributo: ufficiosamente, 20 mila euro. Il Comune, con l'assessore Maggioni, ringrazia e rilancia con un elenco di 63 opere in attesa.  

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